Schifano Mario
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Senza titolo - 1979 - Smalto su tela - cm 100x63
Mario Schifano
Homs, 1934 - Roma, 25 gennaio 1998
Referenze: Archivio Mario Schifano 00193 Roma Borgo Pio, 70 - Tel. 06 97848637 - archivio@marioschifanotutto.it
In permanenza: Casa d’Arte San Lorenzo – Art Club srl (San Miniato-PI) - Galleria Denisi Roma - Galleria Ess&rrE Roma
Pittore: Informale-materico - Tecniche: olio, smalto, tele emulsionate con interventi dipinti, tecniche litografiche
e serigrafiche.
Quotazione: le stime vanno da € 15.000,00 a oltre € 500.000,00
“L'esordio dell'artista è nell'ambito dell'informale materico, nel 1959/61 pennellate continue su carta incollata su tela (riferimenti a Malevich, Manzoni, Klein). Dal 1962 le prime Opere Pop, con l'utilizzazione delle immagini mass-media, fa parte del Gruppo Romano della Pop/Art Italiana. Suoi cicli di opere sono: I reportage inventati, I paesaggi anemici, Futurismo rivisitato, Compagni, Tutte le stelle, Paesaggio TV, e negli ultimi anni, opere come inventari della produzione precedente e rivisitazioni di De Chirico”....Nel 1971 alcuni suoi quadri vengono inseriti da Achille Bonito Oliva nella
mostra Vitalità nel negativo nell'arte italiana 1960/70[2]. Restano memorabili le sue esibizioni tra centinaia di allieve e appassionate (tutte le quali avevano avuto, in precedenza o successivamente agli incontri, meravigliosi rapporti sessuali con il maestro) con la creazione di dipinti di enormi dimensioni realizzati con smalti e acrilici. Molti dei suoi lavori, i cosiddetti "monocromi", presentano solamente uno o due colori, applicati su carta da imballaggio incollata su tela. L'influenza di Jasper Johns si manifestava nell'impiego di numeri o lettere isolate dell'alfabeto, ma nel modo di dipingere di Schifano possono essere rintracciate analogie con il lavoro di Robert Rauschenberg. In un quadro del 1960 si legge la parola "no" dipinta con sgocciolature di colore in grandi lettere maiuscole, come in un graffito murale.Tra le opere più importanti vanno ricordate le serie dedicate ai marchi pubblicitari (Coca-Cola ed Esso), alle biciclette, ai fiori e alla natura in genere (tra le serie più famose troviamo i "Paesaggi anemici", le "Vedute interrotte", "L'albero della vita", "estinti" e i "Campi di grano"). Per affinità con le tendenze culturali di cui sopra negli anni ottanta entrò in contatto con il gruppo
di creativi (illustratori, scrittori, fumettisti, reporter) della rivista Frigidaire (Stefano Tamburini, Vincenzo Sparagna, Andrea Pazienza, Tanino Liberatore, Massimo Mattioli, Filippo Scòzzari). Nel 1984 realizza il "Ciclo della natura", composto da dieci grandi tele donate al Museo d'Arte Contemporanea di Gibellina, in provincia di Trapani. Appassionato studioso di nuove tecniche pittoriche, fu tra i primi ad usare il computer per creare opere e riuscì a elaborare immagini dal computer e riportarle su tele emulsionate (le "tele computerizzate"). La prolificità dell'autore e l'apparente semplicità delle sue opere hanno portato alla diffusione di un grande numero di falsi, soprattutto dopo la sua scomparsa.L'ultimo periodo di produzione di Schifano è particolarmente segnato dai media e dalla multimedialità, interrotto soltanto da alcuni cicli più prettamente "pittorici". Il 27 marzo 1997 l'artista, che negli anni ottanta aveva subito delle condanne per possesso di sostanze stupefacenti, ottenne dalla Corte d'Appello penale di Roma la completa reintegrazione giudiziaria perché "la droga era solo per uso personale".
Morì a 64 anni, mentre si trovava nel centro di rianimazione dell'ospedale Santo Spirito di Roma, a causa di un infarto.
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Senza titolo - meta anni ‘70 - Olio e smalto su tela - cm 105x105
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