Uncini Giuseppe
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Giuseppe Uncini
Fabriano, 1929 - Trevi, 2008
Archivio: 06039 Trevi - Viale Augusto Ciuffelli n. 5 - Perugia - Tel. 334 8118959 - info@archiviouncini.org
In permanenza: Poleschi (Lucca) - Farsetti (Prato) - Tornabuoni Arte (Firenze)
Pittore/scultore: Astrattista - Soggetti: ferrocementi, terre, strutture spazio
Quotazioni: riferimenti dalle case d’asta nazionali ed internazionali.
Biografia: Dopo gli esordi nella sua Città natale, nel 1953, su esortazione del conterraneo Edgardo Mannucci, si trasferisce a Roma,
ospite del suo studio, dove entra in contatto con alcune figure dell’arte italiana e internazionale residente nella Capitale (Capogrossi,
Afro, Mirko, Gentilini, Cagli e poi Franchina e Colla che insieme a Emilio Villa frequentavano assiduamente gli studi di Burri e di Mannucci).
Nel 1955 partecipa alla VII Quadriennale di Roma a Palazzo dell’Esposizione e, due anni dopo, espone per la prima volta in
Germania, a Francoforte sul Meno, alla collettiva “Abstrakte italianische Kunst”. Nel 1956-57 inizia il ciclo di opere chiamato “Terre”,
tavole realizzate con tufi, sabbia, cenere e pigmenti colorati. Ma la svolta nell’evoluzione artistica di Uncini si ha con la creazione, tra
il 1957 e il 1958, dei primi “Cementarmati”, opere realizzate con ferro, cemento e rete metallica che lasciano intravedere la struttura
portante del loro farsi, in contrasto con le superfici compatte e ruvide del cemento che spesso espongono la venatura della cassaforma.
Nei suoi lavori è evidente la ricerca geometrico-spaziale che pone in primo piano il principio costruttivo e architettonico dove “la
materia non è più, scrive Giovanni Maria Accame, come nell’Informale, metafora di una condizione esistenziale, ma diventando ricettiva
alle stimolazioni esterne e confrontandosi con la realtà storica, si presenta come materiale”. Si susseguono diverse mostre che vedono
riunita la così detta Giovane scuola romana: Uncini, Festa, Lo Savio, Angeli e Schifano. La prima importante personale è del 1961 alla
Galleria l’Attico di Roma. Nel 1963 si ufficializza la fondazione del Gruppo Uno con Biggi, Carrino, Frascà, Pace e Santoro che terranno
una serie di esposizioni e pubblicheranno un manifesto che ne spiega la poetica. Il Gruppo Uno, scioltosi nel 1967, contrapponeva alla
ricerca dell’Informale, l’idea di un’arte legata alla teoria della percezione, suggerendo la diversa funzione dell’Artista nella società.
Argan fu uno dei più convinti sostenitori di questo Gruppo. La ricerca di Uncini prosegue dal 1962 al 1965 con i “Ferrocementi”, dove
il cemento estremamente levigato, fino a perdere ogni riferimento di tipo materico, ha nel tondino di ferro il vero protagonista che se
determina le dimensioni del cemento, si fa linea di continuità tra il limite esterno e parti interne. Sin dall'inizio, il suo procedere arduo
e sostenuto trova unanimi consensi, confermati in seguito da esposizioni in diverse gallerie d'avanguardia di prestigio internazionale,
dalla Christian Stein di Torino, allo studio Marconi di Milano, alla galleria Fumagalli di Bergamo. Moltissime le partecipazioni a mostre
collettive in ambito nazionale e internazionale. Più volte presente alla Biennale di Venezia (1966, 1984, 1989), nel 1988 riceve dall'Accademia Nazionale dei Lincei il premio Feltrinelli per la Scultura, nel 1989 il 6th Henry Moore Grand Prix Exhibition dall'Hakone Open-
Air Museum e nel 1995 il premio Presidente della Repubblica su segnalazione dell'Accademia Nazionale di San Luca...
Critica: citato dalla stampa specializzata e da noti critici.
Presente in prestigiosi cataloghi, annuari d’arte moderna e contemporanea.
Le sue opere figurano in collezioni, raccolte pubblice, private, Musei.