Asmone Domenico
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Domenico Asmone:
cum grano salis.
a cura di Giorgio Barassi.
“La scienza non serve che a verificare le scoperte dell'istinto.”
Jean Cocteau
Sono passati diversi anni da quando si è cominciato a dire della combinazione di fatti emozionali, istintivi e casuali combinati con la ricerca e le sacre regole nella pittura di Domenico Asmone. Se l’istinto si è manifestato nella materia delle sue opere, la nozione scientifica è parimenti viva e osservata in tutto il suo lavoro. Che si dica delle sue tele che grondano colore o lo sostengono nella sua pienezza, o delle sue sculture che sono autentiche rivelazioni dell’interiore, le due componenti sono evidenti e fanno strada per capire l’attività di un artista quieto e moderato nella vita quanto esplosivo e multiforme nell’ingegno pittorico.

Asmone non ha mai pensato di assoggettare completamente l’istinto dell’artista alle norme scientifiche come le teorie di Itten. Semmai ha cercato di violare il meno possibile certi dettati, proseguendo su un cammino fatto di insistente ricerca sul colore e sulla materia, ponendosi come fosse egli stesso il fruitore delle sue opere, che analizza e giudica severamente, prima di licenziarle verso il mercato.
Che il Dottor Johannes Itten, pittore, designer e scrittore svizzero sia stato uno dei cardini del cammino artistico di Asmone, è ben chiaro. Il farbkreis di Itten, quel cerchio di colori che è teorema da sessanta anni, è stato oggetto di studi diligenti, e il derivato nelle opere di Domenico Asmone è sempre combinato con un primario ed irrefrenabile istinto: saper porre la pittura come anima, indagine e lavoro accorto.
“…Solo a chi lo ama il colore manifesta tutta la sua bellezza e la propria intima essenza. Può essere usato da chiunque ma solo a chi lo adora appassionatamente svela il suo profondissimo mistero…”.

Itten così diceva. Ed effettivamente l’amore di Asmone per il colore viene fuori in ognuna delle sue opere, il suo esprimersi ha dentro la forza di colori acquisiti nelle vedute di superficie della sua città di origine, Reggio Calabria, ma ha anche quella misteriosa forza degli abissi nel mare che fu il protagonista delle scene in cui enormi navi di legno solcavano quelle stesse acque portando merci ovunque. Quelle luci abbacinanti dei pomeriggi nella punta d’Italia e insieme quei toni da tinte di montagna o di campagne dolci sono dotazione naturale, primaria energia del dipingere di un artista che sa dove vuole andare e lo sa talmente bene da portarci dentro le sue operazioni artistiche che hanno il senso del coinvolgente e del passionale, perché a quei colori, alla loro efficacia, Asmone è devoto. Cosa avrà maggiormente contato, nella costruzione delle sue opere? L’istinto del pittore informale o la ragione dello studioso accorto? Viene naturale rispondere che la mescola è combinata e quasi congenita, originata in una sola, unitaria soluzione. Preferiamo pensare che un po’ di più conti l’irrazionale ma non confusionario senso del casuale, che finisce per combinarsi perfettamente con la severità degli studi.

Asmone viene da una terra che fu protagonista di una grandiosa civiltà, quella Magna Grecia che in Règhion, la attuale Reggio aveva un importantissimo avamposto marittimo. Dalla Grecia arrivarono lì gli artisti della terracotta, quelli che davano corpo ai crateri a campana, alle anfore dipinte dai Calcidiesi giunti dalla madrepatria. Quel decorare ma anche quel modellare sono nella sua dotazione genetica, e Domenico vi aggiunge un senso di mistero e insieme di gioia creativa che non sfugge all’occhio attento. Solo apparentemente amorfe, le sue sculture richiamano gli anfratti degli scogli sotto il mare, hanno gli aspetti del magma e degli angusti spazi in cui girano indisturbate le acque degli abissi. Ma hanno i colori sfolgoranti del Sud, l’aspetto trionfale di un trofeo e l’affascinante aria di opere che hanno tutto per rimanere trionfali nelle belle collezioni. Le sue ultime creazioni, invero, combinano le forme a lui più consone con gli antichi fregi dei palazzi nobiliari e delle chiese toscane, un omaggio al luogo in cui, da anni, vive ed opera.
Nelle espressioni pittoriche, nelle sue tele, Asmone riversa ancor più quel dato emozionale che è alla base della sua ricerca creativa. Una accelerazione sulle tinte, una insistenza sulla materia perché sia netto e deciso il rapporto tra la sua anima e le regole del buon dipingere. Fosse stato un poeta, sarebbe stato un romantico nel senso più stretto del termine. Un rimatore costretto dalla metrica a limitare e smussare le parole. Uno di quelli che trovavano inibente il dover rispondere alle leggi della poesia, tanto era l’impeto del voler dichiarare i sentimenti. Ma Asmone sa che i suoi studi sono faro ed approdo, pur non rinunciando alla esecuzione abbondante, alla sottolineatura del colore, a volte a dipinti che hanno una stesura monocroma iniziale, salvo inserimenti, puntuali e gradevoli, di altri toni e di abbondanza cromatica e materica. Dipinti come racconti, come diari di un’anima piena di cromie non infinite, non illimitate, ma assolute e sonanti. Nelle grandi dimensioni il suo lavoro diventa protagonista assoluto non a causa del formato, ma per effetto della azzeccata combinazione di colore e corpo della stesura, e allora ci si può beare di ogni angolo di un suo quadro ogni volta che lo si osserva con attenzione. Magari scoprendo ulteriori valori di intensità e qualità che sfuggono al fatto descrittivo ma non alla percezione emozionale.

Può darsi, più semplicemente, che Asmone abbia dato a qualche sua opera un tono maggiormente tendente alla casualità, ma la serietà con cui persegue i suoi obiettivi lascia pensare che la causalità non potrà mai avere importanza minore nel suo comporre. Perché la sua voce di artista non è un urlo, né una esibizione sfrontata. Nulla, nel suo essere artista, è dislocato dalla scienza né mai prescinde dall’istinto. A lui interessa dipingere e creare sculture, pennellata dopo pennellata, modellatura dopo modellatura. Cum grano salis.
Giorgio Barassi
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Domenico Asmone
Bologna, 12 aprile 1963
Referenze: Galleria Ess&rrE, Porto turistico di Roma, Lungomare Duca degli Abruzzi 84 - locale 876 - (Roma)
Formazione artistica: autodidatta
Pittore/Scultore: Informale concettuale - Tecniche: olio su tela, ceramica.
Soggetti: astrazione - Quotazione: € 600,00 / 3.500,00.
Mostre e Rassegne d’Arte: 2018 Haf Hong Kong - Arte fiera Losanna - 2019 Complesso Monumentale S. Caterina Finalborgo
(SV), personale - Italians in Berlin, Galerie Lacke & Farlen Berlino - 2020 BAF Bergamo Arte Fiera - Galleria Ess&rrE, Roma.
cedere di fronte all’ altra. Entrambe figlie di un sentire profondo, significative figlie di una creazione attenta che nessuna voce esterna
potrà frenare. Una Pittura accorta, ma fatta di getto. Una serie infinita di colori, ma ordinati. Una matericità densa, ma
irrimediabilmente leggera. Un corpo consistente nelle sculture, ma attraversato da piccoli antri, spaccature, spazi impercorribili.
Asmone dipinge e crea le sue sculture così, come attraversando gli opposti, lasciandoli agli estremi di un discorso che nasce da
riflessioni scientifiche ma è coniugato scandendo i paradigmi dell’ emozione.
Giorgio Barassi
Studio: 51100 Pistoia - Cell. 347 7748721
www.domenicoasmone.it - info@domenicoasmone.it
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