Magnelli Alberto
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Alberto Magnelli
Firenze, 1 luglio 1888 - Meudon, 20 aprile 1971
In permanenza: Sapone (Nizza) - Tornabuoni Arte (Firenze).
Archivio: Anne Maisonnier 2 rue des Clos Moreaux, - 92190 Meudon - Tel 0033 1 46265012 - www.pourmagnelli.org
Pittore/Incisore/Disegnatore: da un figurativo immaginario, passa ad una pittura astratta.
Tecniche: olio, tempera, gouache,collage, disegno, litografia.
Soggetti: paesaggi, nature morte, figure, ritratti ed elaborazioni geometriche astratte.
Quotazione: riferimenti dalle case d’asta nazionali ed internazionali.
Mostre e Rassegne d'Arte: “Palazzo Strozzi” (Firenze) - “Esposizione del Centenario” (Avignone) - “Centro Pompidou” (Parigi) - “Centro Umanistico Antonio e Aika Sapone” (Bellona).
Critica: testimonianze di: Apollonio, Ballo, Besset, Bonnefoi, Brion, Brissoni, Crispolti, Degand, Dorazio, Dorival, Fossati, Muller, Grohmann, Langui, Rotzler, Servolini, Bonito Oliva, Merola, Arp.
“Inizia a dipingere a quindici anni e gran parte della sua attività la svolge in Francia. Nel 1914, quando giunge a Parigi, conosce Picasso ed Apollinaire. Subisce influenze cubiste e fauve. Negli Anni '30 appoggia il gruppo «Abstraction - Creation» e fu in stretto contatto con Prampolini. Il suo trattamento dello spazio e del colore derivano dal cubismo sintetico e le sue forme spigolose anticipano l'astrazione più dura degli Anni'60”.
Nel 1914, durante un viaggio a Parigi con Aldo Palazzeschi, conosce Max Jacob, Apollinaire, Picasso, Fernand Léger, Juan Gris, Alexander Archipenko e frequenta lo studio di Matisse. Dallo stesso anno la sua pittura assume uno stile sempre più astratto per arrivare nel 1915 a realizzare opere completamente astratte. Realizza le "esplosioni liriche", dipinti astratti dove emerge con vigore la forza espressiva del colore, ma dove si intravedono anche figure umane. In seguito elabora una personale visione della pittura creando una corrente che lui stesso ha definito "realismo immaginario", dipingendo in modo rigoroso figure, paesaggi, barche ed alcune nature morte. Negli anni 30 torna definitivamente all'astrattismo con forme geometriche passando, dopo un viaggio a Carrara, dallo studio di masse pesanti dai volumi leggeri sospese nell'aria. Nel 1938 espone alla Galleria il Milione di Milano.