Mattioli Carlo
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Carlo Mattioli
Modena, 8 maggio 1911 - Parma 13 luglio 1994
Archivio Carlo Mattioli: Strada San Niccolò, 17 43100 Parma - Tel. 0521 231076 - info@carlomattioli.it
In permanenza: Galleria Forni (Bologna)
Formazione artistica: si diploma nel 1929 all’Istituto d’Arte di Parma, insegna disegno a Istria, in Toscana, Parma e Bologna.
Pittore/Disegnatore/Incisore - Figurativo naturalista - Tecniche: olio, tempera, acquerello, acqueforti
Soggetti: figure, paesaggi, ritratti - Quotazione: riferimenti dalle case d’asta nazionali ed internazionali.
“Risalgono al 1939 le prime testimonianze significative dell’attività di Mattioli, rivolta soprattutto alla grafica. Nel 1940 espone alla XXII Biennale di Venezia. Nel 1943, su invito di Ottone Rosai e con la presentazione di Alessandro Parronchi,
ha luogo a Firenze la sua prima personale. Nel 1948 espone alla XXIV Biennale di Venezia e nel 1950 vince a Firenze il Premio del Fiorino. È ancora presente a Venezia nel 1952 e nel 1954, alla XXVI e alla XXVII Biennale. Invitato
nel 1956 alla XXVIII Biennale, gli viene conferito il premio internazionale per il disegno”.
...Durante gli anni ottanta la poetica di Mattioli, lontana dall'esaurirsi nell'appagata riproposta delle forme espressive già sperimentate, si rinnovò attraverso l'esplorazione di nuovi soggetti: i grandi Boschi verdi (1981), i Muri (1982), le Pinete (1983). Altri temi, come i Cieli, lasciati depositare in fondo alla memoria, vennero periodicamente rivisitati attraverso una sorta di "vis combinatoria" di forme e di colori, capace di far scaturire un'inesauribile gamma di variazioni sul tema. Si intensificò altresì la ricerca di nuove forme espressive attraverso la meticolosa scelta di inconsuete superfici su cui stendere i propri colori: pagine prelevate da antichi manoscritti, vecchie tele consunte, tavole lignee provate dal tempo. Si compie così, attraverso la realizzazione dell'opera, una sorta di trasmutazione alchemica, fortemente suggestiva, di oggetti nei quali la nuova e la vecchia forma si compenetrano, nel rispetto delle reciproche essenze. Una menzione particolare merita, a questo proposito, il Grande Crocifisso (1985), realizzato in memoria della moglie Lina, con antiche tavole sapientemente connesse. Si tratta di un accostamento non occasionale di Mattioli all'arte sacra: solo nel 2000 gli verrà dedicata la necessaria attenzione critica con una mostra tenuta a Parma dal titolo Luce da Luce. Tra i numerosi riconoscimenti di questo periodo vanno almeno ricordati una grande retrospettiva a cura di Pier Carlo Santini che venne allestita nel Palazzo Reale di Milano (1985). In essa furono esposti per la prima volta i Taccuini, una raccolta privata di prove pittoriche su differenti supporti cartacei, quasi a voler tener traccia del deposito artistico della propria memoria. Nel 1986, per i suoi settantacinque anni, venne realizzata a Ferrara una mostra antologica di paesaggi; la regione Emilia-Romagna pubblicò un volume sulla sua opera. La rinomanza internazionale di Mattioli è ormai consolidata (come testimonia il lungo elenco di esposizioni personali realizzate anche all'estero). Il Museo Arthur Rimbaud, a Charleville-Mézières, espone una serie di pastelli, intitolata Illumination dallo stesso Mattioli, per rendere omaggio al "poeta maledetto".
Nel 1993, dopo un periodo di malferme condizioni di salute, Mattioli realizzò la sua ultima serie di opere aventi per oggetto i paesaggi biancheggianti delle Alpi Apuane. Dopo la scomparsa del pittore nel 1994, la sua opera continua a tener desta l'attenzione del pubblico e della critica con mostre antologiche in Italia e all'estero, conferendogli lo "status" di una delle più rilevanti personalità dell'arte figurativa italiana del dopoguerra. Nel 1996 nasce in Parma l'Archivio Carlo Mattioli con lo scopo di sovrintendere alle dichiarazioni di autenticità dell'opera del Maestro e di promuoverne la conoscenza...