Angeli Franco
Artista: Annuario 2023
Dettagli Opera:
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pag 147

Franco Angeli
Roma, 14 maggio 1935 - Roma, 1988
Archivio: 00186 Roma - via di San Pantaleo, 66 - Tel 06 68308121 - info@archiviofrancoangeli.org
In permanenza: Denisi (Roma) - Tornabuoni Arte (Firenze) - Accademia (Torino) - Guastalla (Livorno).
Pittore/Incisore: Inizio informale, poi immagini simboliche.
Tecniche: olio, acquerello e smalto su tela e carta, riporti fotografici, serigrafie.
Soggetti: composizioni simboliche con aeroplani, aquile, dollari, svastiche.
Quotazione: E 8.000,00 / 18.000,00
Mostre e Rassegne d'Arte: “Calestani” (Milano) - “La Bussola” (Torino) - “Mara Coccia” (Roma) - “San Luca” (Bologna)
“Peira” (Bra) - “Del Cortile” (Roma) “De’ Foscherari” (Bologna) “Filippin” (Milano) - “Marchetti” (Roma) “Consorti” (Roma).
Critica: recensito da critici e dalla Stampa specializzata.
“L'artista inizia la sua attività espositiva nel '58, con opere informali; riferimenti a Burri. Nel 1962 inizia le sue ricerche nell'ambito della Pop-Art, riferendosi alle esperienze americane. Caratterizza le sue opere con immagini simboliche (Lupa capitolina, aquila imperiale, falce e martello, svastica, dollaro)”. Angeli aderisce al Partito Comunista nella sezione di Campo Marzio e nel 1955 conosce prima Tano Festa e poi Mario Schifano; instaura con loro un profondo rapporto di amicizia le cui radici sono la stessa estrazione popolare e l'esperienza della Guerra. Verranno definiti "maestri del dolore", gli artisti della Scuola di Piazza del Popolo, che si ritrovano intorno al bar Rosati e nelle gallerie La Tartaruga di Plinio de Martiis, L'Appunto e La Salita: tra loro Francesco Lo Savio e Pino Pascali, Jannis Kounellis e Fabio Mauri. Angeli frequenta Guttuso e ama la pittura di Caravaggio e di Kees Van Dongen (gli dedicherà i titoli di alcuni quadri, dopo averlo visto in mostra a Ginevra nel 1976) e ha un'altra musa che è la poesia: Sandro Penna, Cesare Vivaldi, Nanni Balestrini sono suoi amici e scrivono più volte per accompagnare i suoi quadri. Sono gli anni sessanta e una crescente attenzione per l'imagerie di massa permette ad Angeli una nuova strutturazione del reale. Utilizza immagini e simboli ideologici stereotipati, tratti dall'arredo urbano, sintetizzando il carattere retorico e celebrativo dei reperti di una Roma eterna e capitale. Il riferimento a modelli pop statunitensi, soprattutto a Jasper Johns e a R. Indiana, viene superato: Angeli estrae da quelle immagini nuovi significanti. Si tratta di simbologie ancestrali, emblemi ideologici, falci e martello, svastiche, che, in quanto storicizzati, agiscono direttamente sull'inconscio collettivo. Vivaldi dirà di lui che nei suoi quadri raffigura "non le cose, ma le lacrime delle cose" (C. Vivaldi, Galleria La Salita, cat. Mostra, Roma 20 gennaio 1960)...
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