Birolli Renato
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Renato Birolli

Verona, 10 dicembre 1905 - Milano, 3 maggio 1959
Archivio Birolli: Via Plinio Caio II, 70 - 20129 Milano - Tel. 02 2367664
Referenze: Tornabuoni Arte (Firenze) - Galleria Dello Scudo (Verona) - Volos (Roma)
Quotazioni: riferimenti dalle case d’asta nazionali ed internazionali.
“Riconsiderando oggi la produzione degli anni Cinquanta nella su completezza, riunificando cioè quella nota in Italia con quella
espsta ancora una volta a New York nel 1955 e poi rimasta in collezioni americane, essa appare in realtà meno schematicamente
definibile. Si colgono con maggior evidenza sia la ricchezza delle sollecitazioni precoci che provengono all'artista dall'area della
pittura francese «di segno» da Hartung, per esempio, in opere come Verde que te quiero verde, del 1954 sia l'insinuarsi nei
suoi dipinti di suggestioni delle avanguardie storiche, dal futurismo all'orfismo (Fulmine nel vigneto de11954, Ora forte meridiana
dello stesso anno). Si può inoltre rimeditare sul significato del continuo tornare di Birolli sulle sue stesse pitture, distruggendone
consistenti gruppi, come ha fatto negli anni Quaranta, o rielaborandole continuamente, come negli anni Cinquanta, e scorgere
in questa prassi non soltanto un atteggiamento sperimentale, nel senso datogli dall'artista, quanto una continua ricerca di
perfezio-namento formale. Se la critica contemporanea all'artista ne ha sottolineato il costante connubio tra ragioni della forma
emotivi attinti all'osservazione del vero, l'immagine complessiva di Birolli risulta oggi fondata piuttosto su una precisa volontà
di inten-sificazione qualitativa attraverso il controllo complessivo del linguaggio, di un reale ricondotto tutto sul piano della
memoria. Sviluppando tesi già enunciate nel dopoguerra e sintetizzando elementi di poetica di oltre un ventennio Birolli continua
a indicare come lezione morale dell'arte o, se si vuole, come sua funzione sociale, secondo l'impostazione neorealista del tempoil
suo realizzare e indicare condizioni esemplari di «qualità». L'artista si concentra pertanto sulla continua messa a punto degli
strumenti linguistici attraverso cui raggiungere momenti qualitativamente alti e individua questi strumenti in un potenziamento
delle capacità evocatrici del colore e, come dall'inizio della sua carriera pittorica, nella sapienza compositiva, che organizza
l'elemento colore in immagine. Il colore sperimenta ora nuovi timbri puri, raggiunge sonorità o raffinatezze inedite e si carica
ulteriormente, per la mobilità suggerita dagli accostamenti cromatici, di possibilità comunicative di valori intensamente lirici”
(Pia Vivarelli Mazzotta).