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CalifArte

gli artisti dipingono
                     le canzoni di Franco Califano

Dal mare di Roma al Ducato di Parma


di Giorgio Barassi

Lodola 3Cominciata al Porto Turistico di Roma, nei locali della Galleria Ess&rrE, l’avventura di CalifArte continua a nord. Il prossimo 2 febbraio, la mostra delle opere degli artisti che hanno dipinto le canzoni di Franco Califano arriva a Parma. Alla Galleria S. Andrea, una bella chiesa tardo medievale diventata luogo di esposizione e centro di cultura, più di venti pittori esporranno i loro lavori ispirati alle canzoni, ai monologhi ed agli aforismi del Califfo. Una maniera per ricordare ed omaggiare Califano, cantautore e poeta, scomparso nel 2013, ma anche una prova di bravura di artisti fra loro diversi per stile, tratto e caratteri artistici. Una esposizione che tocca le corde degli intrecci tra le Arti della pittura, della poesia e della musica.
Particolare importante: alla partenza del progetto gli artisti partecipanti erano sedici. All’edizione considerata un “numero zero” in un piccolo club della provincia di Foggia, erano solo sette. Oggi, per Parma, sono più di venti e molte sono le richieste che arrivano, da parte di pittori più o meno noti, di adesione. CalifArte, dunque, attira l’attenzione degli artisti che si confrontano con un paroliere dalle doti innegabili, del quale finalmente si parla in termini più consoni al suo talento. Lo aveva previsto, il Maestro (pochi lo chiamano altrimenti): in Italia, muori e sarà vera gloria.
Questo malcostume che continua ad imperversare nelle Arti italiane è uno dei punti chiave della lettura dell’evento, che non si fermerà a Parma e proseguirà il suo cammino in gallerie pubbliche e private e, perché no, anche all’estero.
Califano ha cantato l’amore, le storie di borgata, gli addii e i ricongiungimenti, le fragilità dell’uomo, ha parlato della società toccandone i punti vulnerabili ed ha, soprattutto, messo per iscritto quello che in fondo tutti pensiamo ma non abbiamo, per buona creanza o per quieto vivere, la voglia di dichiarare. In questo, la sua vicinanza alla pittura è innegabile, perché nelle arti visive è stato spesso il turbamento o il sentire intimo la vera fonte approvvigionatrice degli artisti migliori.
Scotton CalifarteL’anima a cui si dà voce per una vita, la linfa che pervade tele, sculture, installazioni. La creazione di CalifArte non solo collega e fa interpretare a due voci le istanze primarie di tre Arti (pittura, poesia e musica) ma diventa veicolo per conoscere meglio la scrittura e il pensiero di un poeta del Novecento che ha lasciato un enorme patrimonio di canzoni. Cioè quanto di più semplice e replicabile esista per proseguire nel ricordo di chi ha creato artisticamente. Ai pittori serve riconoscibilità ed evidenza. Dunque meglio che la loro arte venga riconosciuta mentre sono in vita.
Marco Lodola, uno dei partecipanti a CalifArte, diceva in tempi non sospetti “non mi interessa essere il più famoso al cimitero”.
Ideato da chi qui scrive, CalifArte è un progetto accolto e condiviso con entusiasmo dalla équipe della Galleria Ess&rrE del Porto Turistico di Roma, che manifesta ancora una volta l’attenzione alla leggibilità delle espressioni di un’Arte che chiede nuovi spazi per essere vista e gradita a molti.
Alla prima uscita di CalifArte, nel maggio 2018, gli habitué e non della bella galleria sul mare di Roma hanno apprezzato molto il viaggio parallelo tra pittura e canzone, godendosi la bella giornata di primavera tra le interpretazioni delle canzoni del maestro uscite dai pennelli di Cinzia Pellin, Luca Dall’Olio, Giovanni Manzo, Giancarlo Montuschi, Massimo Sansavini, Alberto Gallingani, Luigi Colombi “Conte” e gli altri artisti compagni di avventura di un plotone che si è arricchito di firme come quella di Alberto Lanteri o di Leonardo Niola. Vale a dire nomi noti e giovani anime della pittura uniti e mescolati nel segno di Califano.
La musica e finita.2018.mista su tela.70x70A Parma, le brume invernali non ricorderanno le belle giornate romane ma saranno l’atmosfera ideale per quelle canzoni (e, dunque, quelle opere) a cui il Califfo teneva particolarmente.
Atmosfere intimiste, nebbiose. Malinconia e bellezza, sorrisi avvolti dal silenzio e ricerca continua del bel vivere. La Galleria S.Andrea è una chiesa del cuore cittadino della bella capitale del Ducato, vicinissima alla nobile Università parmense ed alla Piazza Garibaldi. Una atmosfera elegante e storica, ravvivata dalle iniziative della locale sezione del UCAI che avvicina le arti alla gente. Un luogo attrezzato per amplificare le emozioni e capire come gli artisti abbiano potuto interpretare “E la chiamano estate” o “Minuetto” o “La musica è finita” o altre canzoni forse meno note ma non meno importanti. Nella produzione di un artista le pieghe sono molte, e per uno scrittore di canzoni o per un pittore alcuni pezzi nascono per essere forse meno famosi ma più sentiti. Anche in questo, con buona pace di Leonardo Da Vinci, che si chiedeva nel Trattato della Pittura quale fosse l’arte più nobile tra la poesia la pittura o la musica, il collimare tra le Arti è evidente. Califano ha scritto più di mille canzoni, più di cento monologhi e lasciato, tra vicende di vita vissuta e noti aforismi, un bel pò di materiale su cui appoggiare il senso della creatività dei pittori italiani.
Patrocinata dal Comune di Parma, che si candida a Capitale Europea della Cultura per il 2020, CalifArte comincia con un vernissage corredato da ospiti autorevoli il 2 febbraio alle 17.30 per proseguire fino al 14 febbraio tra le mura della Galleria S. Andrea in una cornice di eventi collegati che saranno annunciati per rendere ancora più ricco il percorso di un progetto dalle possibili estensioni davvero imprevedibili. Presente il desk e lo staff dell’ olio EVO bio Otto Ettari delle Tenute Riposo di Torremaggiore (Foggia), altro prodotto di una antica arte, quella olearia, di una azienda partner di CalifArte sin dall’inizio.
DallOlio 6Parma incontra CalifArte e riconferma il suo ruolo di città ricca di arte, tradizioni e storia. E a febbraio, in quella atmosfera signorile in cui riecheggiano le antiche glorie del Ducato, a due passi dagli affreschi del Parmigianino nella bella chiesa della Steccata e dal Teatro Regio, per concludere le serate come il Maestro avrebbe certamente gradito, ci sta un piatto fumante di anolini in brodo di cappone, la maestà del nobile prosciutto e un allegro lambrusco. Tutto diventa più facile, anche l’Arte, se la si prende dal verso più semplice, cioè quello del rispetto verso chi ospita il lavoro degli artisti.