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"Due minuti di arte"

In due minuti vi racconto la storia di PAUL CÉZANNE: artista rivoluzionario, dall'animo irascibile.
di Marco Lovisco
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Insicuro, iracondo, silenzioso, visionario: ci sono molti aggettivi per descrivere Paul Cézanne, un artista che di certo non deve aver avuto un carattere facile. C’è chi dice che non amasse essere toccato e che una volta, caduto in terra dopo una passeggiata, criticò aspramente l’amico che lo aveva preso per un braccio per aiutarlo a rialzarsi. Un carattere difficile, per raggiungere un obiettivo sconfinato, quello di cogliere con una pennellata l’essenza stessa della realtà. Un progetto ambizioso, portato avanti tra lo scetticismo dei contemporanei e le aperte critiche degli “accademici”. Un traguardo difficile, forse troppo, ma è solo puntando alla luna che si fa la rivoluzione, anche nell’arte.
Vi racconto tutto questo in due minuti (di arte).
1. Paul Cézanne (Aix-en-Provence 1839-1906) è stato un pittore francese, considerato uno dei più grandi artisti del XIX secolo. È di origini italiane. La sua famiglia proveniva infatti dal Piemonte e aveva cognome “Cesana”, poi francesizzato in “Cézanne”. Nacque in una famiglia ricca. Il padre, Louis Auguste, era un imprenditore di successo.
2. Il confronto con il genitore, uomo sicuro di sé, autoritario e conservatore, lasciò il segno nel carattere dell’artista, rendendolo insicuro e irascibile. Tale conflitto emerge in alcune opere, come nel celebre “Ritratto di Louis-Auguste Cézanne”, in cui l’artista raffigurò il padre in pantofolone e intento a leggere “L’Evénement”, giornale che Louis Auguste disprezzava profondamente.
3. Il padre, pur non apprezzando la scelta del figlio di divenire artista, gli permise di frequentare le migliori scuole di Francia e lo aiutò economicamente assegnandogli un modesto assegno mensile. Fu al Collegio Bourbon che nel 1852 Cézanne strinse una lunga amicizia con il celebre scrittore Emile Zola.
4. A ventidue anni (1861) Cézanne si trasferì a Parigi, capitale dell’arte europea. Lì conobbe Pissarro e con lui cominciò a frequentare il Café Guerbois, luogo di ritrovo di quelli che sarebbero diventati “Gli impressionisti”. Fu grazie a quelle amicizie che Cézanne partecipò alla prima mostra impressionista, nello studio del fotografo Nadar a Parigi, nel 1874. L’artista prese parte anche alla terza mostra del gruppo ma non aderì mai del tutto al movimento, continuando ostinatamente a inviare le proprie opere al Salon, rassegna istituzionale a cui erano ammesse le opere previo giudizio da parte di una giuria di “accademici”. I suoi dipinti, troppo audaci e innovativi, venivano puntualmente rifiutati dai rigidi giudici del Salon che accettarono di esporre una sua opera solo nel 1882 e solo grazie all’intercessione del pittore Antoine Guillemet, suo amico e membro della giuria.
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Del resto il modo di dipingere di Cézanne era rivoluzionario per l’epoca, cosa che spingeva la critica a guardarlo con sospetto. Cézanne infatti, non si limitava a rappresentare la natura così come la vedeva ma voleva rappresentarla per come era, sforzandosi di coglierne l’essenza “eterna”. Per fare questo rifiutava le tradizionali regole della prospettiva, per mostrare il soggetto ritratto da diversi punti di osservazione.
6. Questa sua incessante ricerca fu di ispirazione all’amico Zola per la stesura del romanzo “L’Oeuvre” (L’opera, pubblicata nel 1886), che racconta di un artista alla fallimentare ricerca di un nuovo modo di fare arte. Cézanne, quando lesse il libro si offese profondamente e decise di tagliare per sempre i rapporti con l’amico.
7. Cézanne non doveva avere un carattere semplice. Non amava essere toccato e quando ritraeva qualcuno, lo costringeva a sedute di posa che duravano giorni e giorni, senza che l’artista ammettesse cali di concentrazione. Ciò nonostante proprio una delle sue modelle, Hortense Fiquet diventò sua moglie. Per paura del giudizio del padre, Cézanne tenne questo rapporto segreto per anni, anche dopo la nascita del primo figlio nel 1872. Per fortuna Pissarro aiutò il collega ospitando la famiglia a casa sua, in attesa che le condizioni economiche di Cézanne migliorassero.
8. Con la morte del padre, avvenuta nel 1886, Cézanne diventò un uomo ricco. Stanco della vita parigina, nel 1891 si trasferì ad Aix-en-Provence per prose- guire la sue ricerca artistica nella quiete della campagna, dedicandosi al ciclo delle Bagnanti (1900-1905). Il suo nome cominciò a farsi strada nel mondo dell’arte e l’artista cominciò a ricevere di frequente la visita di giovani allievi, ispirati dal suo lavoro.
9. Cézanne morì nel 1906 in circostanze particolari. Tornando a casa da una sessione di pittura, venne sorpreso da un temporale e cadde a terra perdendo i sensi. Fu presto soccorso e portato a casa ma il freddo e le ferite lo fecero ammalare gravemente portandolo alla morte poche giorni dopo.
10. Le opere di Cézanne influenzarono profondamente gli artisti successivi, da Picasso a Modigliani. Ad un anno dalla sua morte, al Salon d’Automne, gli venne dedicata un’imponente retrospettiva commemorativa. Secondo molti, è con questa mostra che prese vita il cubismo. Il suo dipinto I giocatori di carte (di cui ne esistono 5 versioni) è stato battuto all’asta nel 2011 per 250 milioni di dollari. Un record, battuto nel 2015 dall’opera “Nafea faa ipoipo” di Paul Gauguin, venduta per 300 milioni di dollari.