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"due minuti di arte"

IN DUE MINUTI VI RACCONTO LA STORIA DI 10 GRANDI ARTISTE.
di Marco Lovisco
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Perché ci sono così poche artiste donne nella storia dell’arte? È una domanda che, chi si avvicina al mondo dell’arte, spesso si pone. La risposta più scontata è: “Perché fino a un secolo fa non era pensabile che una donna potesse fare l’artista, sia perché non ne avrebbe avuto il tempo, sia perché quello dell’arte era un campo riservato agli uomini”. In realtà questa risposta è corretta ma non del tutto perché, a guardare bene, di ar- tiste donne ce ne sono state, solo che le conosciamo poco. Ed è un peccato, perché le loro storie sono affascinanti. Ognuna, a suo modo, ha dovuto affrontare una sfida e superare un ostacolo. Artemisia subì una violenza sessuale, Frida fu vittima di un terribile incidente, De Lempicka ha fatto i conti con la de- pressione. Eppure tutte sono riuscite a lasciare un segno nella storia dell’arte. Senza dimenticare tutte quelle donne, che non creano arte, ma sono fondamentali per divulgarla e farla crescere, soprattutto oggi: collezioniste, curatrici di mostre, divulgatrici, giornaliste, scrittrici, ma sarebbe una lista sempre incompleta. Nella mia selezionate mi sono limitato a raccontare la storia di 10 artiste, dal XVII secolo ad oggi, consapevole che ci sono tante altre da raccontare. Ve lo racconto in due minuti (di arte):
1. Artemisia Gentileschi (1593 – 1653) Figlia d’arte, Artemisia è stata tra gli artisti che meglio hanno saputo acquisire la lezione di Caravaggio, realizzando opere cariche di pathos, capaci di emozionare e coinvolgere lo spettatore. Uno dei suoi dipinti più celebri, Susanna e i vecchioni, ritrae una giovane donna insidiata da due uomini molto più vecchi di lei. È un’opera che assume un significato particolare, se letta facendo rife- rimento alla biografia dell’artista. Artemisia infatti in giovane età fu vittima di violenza sessuale. In un’epoca in cui queste vicende si preferiva tacerle, lei volle denunciare il suo aggressore, affrontando un processo umiliante che le diede ragione ma la vide sconfitta, costringendola a lasciare la città di Roma. Su di lei hanno fatto un bel film-documentario: “Artemisia – Passione estrema”.
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2. Fede Galizia (1568 – 1630)
Contemporanea di Artemisia Gentileschi, Fede Galizia è stata una pittrice barocca che ha operato soprattutto a Mi- lano. È famosa per le sue nature morte, in cui emerge una spiccata attenzione al realismo e alla cura dei dettagli. Quest’ultima è resa evidente soprattutto nei suoi ritratti in cui colpisce la resa minuziosa degli abiti dei soggetti, o piccoli particolari come il riflesso delle finestre sulle lenti degli occhiali dello storico Paolo Morigia, in un dipinto oggi conservato alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano. Fede Galizia morì nel 1630, nell’e- pidemia di peste raccontata dal Manzoni nei suoi Promessi Sposi.
3. Élisabeth Vigée Le Brun (1755 – 1842) Ambiziosa, testarda, bella. Tanto che a corte si malignava che non fosse lei a realizzare le sue opere ma un uomo, e che lei si limitasse a firmarle. Perché non ritenevano possibile che un tale talento potesse convivere con la sua delicata bellezza. Quel che sappiamo oggi è che Élisabeth Vigée Le Brun è stata una delle più grandi ritrattiste del XVIII secolo, ed una delle poche donne ad essere ammessa all’Accademia Reale di pittura e scultura. Fu la pittrice preferita dalla regina Maria Antonietta, che la portò a frequentare gli ambienti della corte. Anche lì la vita non fu facile. All’inizio la accusarono, senza alcun fondamento, di condurre una vita dissoluta, tra orge e relazioni adulterine poi, con lo scoppio della rivoluzione, le cose peggiorarono e lei fu costretta a fuggire in Italia e poi in Inghilterra, Austria e Russia. Quando fece ritorno in Francia nel 1802 trovò una società profondamente mutata, che non le riconosceva il ruolo di un tempo. In- teressanti le sue parole sull’Ancient Régime: “Allora regnavano le donne. La rivoluzione le ha detronizzate”.
4. Berthe Morisot (1841 – 1895) Sono stato indeciso fino all’ultimo se parlare di Berthe Morisot o Mary Cassatt, entrambe grandi artiste impressioniste. Alla fine ho optato per la prima, per la delicatezza del tratto che rende le sue opere fuggevoli come sogni. Probabilmente l’avrete vista ritratta tante opere di Édouard Manet, suo collega, amico nonché fratello di suo marito Eugène Manet. Pittrice dal talento naturale, non poté frequentare l’Accademia in quanto donna. Ciò nonostante, continuò a coltivare la sua passione, sotto la guida di artisti come Joseph Guichard tanto da riuscire, al suo primo tentativo, a far accettare le sue opere al Salon del 1864. Nonostante questo successo, decise di discostarsi dalla pittura “ufficiale” per eseguire i suoi amici impressionisti, partecipando a ben sette mostre delle otto che organizzarono. Punto di riferimento per il gruppo, la sua casa era luogo di incontro di pittori e scrittori. Una polmonite se la portò via a soli 54 anni. Sulla lapide scrissero “Berthe Morisot, vedova di Eugène Manet”. Probabilmente non erano ancora pronti a riconoscere ad una donna il ruolo di artista, oltre che di moglie.
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5. Natal’ja Sergeevna Gončarova (1881 – 1962)
Dalla Francia ci spostiamo in Russia, per raccontare la storia di questa pittrice, fondatrice con il consorte Mikhail Larionov del Raggismo, movimento d’avanguardia ispirato al futurismo. Pittrice, scenografa, intellettuale: la Gončarova è stata un’artista curiosa ed eclettica. Ha cominciato da giovane come scultrice, per poi passare alla pittura, più coerente col suo modo di trasmettere i sentimenti evocati dalla natura. Si è lasciata ispirare da correnti artistiche molto diverse tra loro, espressionismo, fauvismo, cubismo, futurismo, a cui lei riusciva a dare un tocco personale, legato all’immaginario della tradizione russa. Poi si innamorò della danza, e disegnò i costumi e le coreografie per i Balletti Russi. Che dire? Un’artista a tuttotondo, orgogliosamente legata alle proprie radici.
6. Georgia O’Keefe (1887 – 1986) Se dovessi pensare agli artisti che meglio di tutti sono riusciti a ritrarre la bellezza dei fiori, con uno stile assolutamente personale, allora non posso che pensare a Claude Monet e a Georgia O’Keefe. Icona dell’arte americana del Novecento, que- st’artista è celebre per i suoi dipinti che ritraggono a distanza ravvicinata degli splendidi fiori, per enfatizzarne forma e colore. Attualmente è suo il dipinto più quotato, realizzato da un’artista donna. Si tratta di “Jimson Weed/White Flower No 1” (1936) venduto nel 1914 per la cifra di 39,5 milioni di dollari.
7. Peggy Guggenheim (1898 – 1979) All’inizio in questo articolo dovevo parlare esclusivamente di artiste donna, ma per la Guggenheim sono stato costretto a fare un’eccezione. Pur non realizzando opere d’arte, Peggy Guggenheim è stata una delle figure più influenti dell’arte mondiale del Novecento. Senza di lei probabilmente, molte Avanguardie sarebbero morte prima ancora di nascere. Kandinskij, Picasso, Ernst, Braque, Boccioni, Brancusi, Duchamp, Dalì, Mondrian… sono solo alcuni degli artisti che ha scelto per le sue collezioni, come quella bellissima al Palazzo Venier dei Leoni di Venezia che vi consiglio di visitare.
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8. Frida Kahlo (1907 – 1954)
Coraggiosa, orgogliosa, visionaria: non si può parlare di artiste donne senza citare la pittrice messicana Frida Kahlo. Famosa per i suoi autoritratti che sono un’emozionante testimonianza della sua storia, legata ad un tragico incidente stradale che la tenne a letto chiusa in una stanza per mesi durante i quali la giovane Frida dipinse ciò che conosceva meglio: sé stesso. Basterebbe questo per poter raccontare la sua vita come si fa con un romanzo, ma c’è molto di più. Dal matrimonio con il pittore Diego Rivera alla sua militanza nel partito comunista, dalla sua complicata vita sentimentale ai dipinti, definiti espressionisti o impressionisti, ma che in realtà non appartengono a nessuna corrente, perché non è facile definire con una sola parola un’artista come Frida Kahlo.
9. Tamara de Lempicka (1898 – 1980) Considerata una delle esponenti più iconiche dell’Art Deco, la pittrice polacca Tamara de Lempicka è la madre di donne bellissime, fredde, apparentemente irraggiungibili, perse in sguardi malinconici che sembrano guardare lontano. Donne che sembrano somigliare a lei. Affascinante, talentuosa, corteggiata dagli uomini più influenti d’Europa. Sembrava avesse tutto, eppure tutto era offuscato da un’acuta forma di depressione, che la spingeva a dipingere di notte, per combattere l’insonnia.
10. Marina Abramovic (1946) Una delle artiste più influenti dell’arte contemporanea, considerata la “nonna della performance art”, come si è lei stessa definita. Non è stata lei a inventare questo modo di fare arte sfruttando il corpo e lo spazio, ma di certo è quella che lo ha fatto nel modo più efficace, visto che le sue opere difficilmente sono passate inosservate. Attualmente è una delle artiste più influenti, capace di trasformare ogni mostra in evento, come è successo per la mostra di Palazzo Strozzi nel 2018.