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Effetto Araki

di Marilena Spataro
Effetto Araki, la mostra in corso, fino al 30 settembre, nei suggestivi spazi del complesso di Santa Maria della Scala a Siena, è l'omaggio che la città toscana dedica, per gli oltre 50 anni di carriera, al maestro giapponese Nobuyoshi Araki, tra i maggiori fotografi della contemporaneità di fama internazionale.
«La rassegna, visto il consistente numero di opere fotografiche in esposizione, oltre tremila scatti, e l'ampio lasso di tempo in cui le circa 20 serie di foto sono state realizzate, si pone come una retrospettiva del lavoro del maestro giapponese» commenta il curatore della mostra, Filippo Maggia, che in questa veste, oltre che in quella di amico, segue Araki da più di 20 anni. «Essendo stati invitati - afferma Maggia – già da qualche tempo a tenere una esposizione di lavori di Araki a Siena, abbiamo pensato che sarebbe stata l'occasione giusta per dar vita a qualcosa che tratteggiasse in maniera importante la lunga carriera del maestro, oggi sulla soglia degli ottant'anni. Nasce, appunto, da qui questa vasta selezione di opere che danno conto del suo lungo percorso artistico. Di fatto una retrospettiva vera e propria, considerando che esporre tutta la ricchissima produzione di Nabuyoshi Araki sarebbe impossibile. Seguo da curatore l'artista giapponese da molto tempo e posso tranquillamente affermare che Effetto Araki è veramente una mostra diversa da tutte le altre tenutesi fino a ora in Europa e in Italia, con alcuni lavori realizzati per questo evento e con parecchie serie inedite, in quanto mai esposte in alcuna altra sede». «Questa mostra - prosegue il curatore - é la palese conferma del grande valore artistico e della grande bellezza che caratterizzano il lavoro del maestro Araki. Si va ben al di là, infatti, delle foto del bondage che lo resero famoso nel mondo».
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Tra le serie che vengono presentate a Santa Maria della Scala, è possibile ammirare le Satchin and his brother Mabo, Sentimental night in Kyoto, August, Tokyo Autumn e altre ancora, presentate per la prima volta in Italia, alcune delle quali sono inedite pure in Europa, come Anniversary of Hokusai’s Death e Gloves. Nella raccolta Araki’s Paradise, realizzata appositamente per Siena, si hanno fotografie che Araki scatta utilizzando la sua casa come un palcoscenico. «A Siena, abbiamo un Araki particolarmente originale, riflessivo e emozionante, che qui sembra voler riassumere la sua intera vicenda artistica e umana» sottolinea Maggia.
Lungo il percorso espositivo troviamo il racconto dedicato a Satchin and his brother Mabo, due ragazzini vicini di casa di Araki, immagini degli anni sessanta; Subway of Love, fotografie scattate nella metropolitana di Tokyo a cavallo degli anni settanta; ritratti classici di eleganti donne e uomini giapponesi e le composizioni intitolate Araki’s Lovers degli anni ottanta e novanta; una raffinata selezione di bondage; le immagini appartenenti a Tokyo Diary del decennio 2000-2010, diario fotografico che Araki aggiorna quotidianamente dal 1980, e la cronaca del 2017 intitolata Anniversary of Hokusai’s Death, in onore del grande pittore e incisore giapponese Katsushika Hokusai. Accanto al toccante Sentimental Journey in versione completa (il racconto del viaggio di nozze con la moglie Yoko in 108 fotografie in bianco e nero), viene proposta per la prima volta in Italia l’altrettanto emozionante lavoro intitolato Sentimental night in Kyoto; e poi ancora l’Amant d’Août, dedicata alla modella Komari; le fotografie realizzate in occasione dei 60 anni dalla fine della guerra, The 60th year after the End of the War, e una ventina di dittici dalla serie Tokyo Nude, architetture simboliche della capitale giapponese accostate a nudi femminili. Oltre alle Polaroid organizzate in tavoli, scatti che narrano del quotidiano vivere dell’artista a Tokyo, compaiono altre due recenti serie dedicate alla sua città natale: Tokyo Summer Story e Tokyo Autumn, brillante e luminosa la prima - come lo è la calda estate della capitale giapponese, melanconica e intima la seconda, velata di luce crepuscolare.
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Con le composizioni floreali, a celebrare la bellezza e la caducità della vita, viene presentata anche la serie Balcony of Love, fotografie organizzate sulla terrazza di casa animate dalla presenza del gatto Ciro, insostituibile compagno di vita del fotografo giapponese. «Quello che di Araki mi ha sempre colpito e che ammiro maggiormente - conclude il curatore - è quel suo ricercare a tutti i costi la bellezza e le diverse emozioni che da essa scaturiscono attraverso i suoi scatti, altro aspetto che mi affascina è poi la disinvoltura con cui lavora e la semplicità in cui lo fa. Partendo dalla quotidianità, Araki riesce con il suo obiettivo a costruire immagini di straordinaria qualità estetica, oltre che tecnica. Le sue modelle, ad esempio, sono persone che sceglie tra la gente comune e con cui riesce a instaurare una fortissima comunicazione empatica ed emotiva. Con loro trascorre tutto il tempo necessario, provando e riprovando a volte per mesi, fino a raggiungere quei risultati di grande fascino e perfezione che tutti noi possiamo ammirare nei suoi scatti di ieri e di oggi».
A completare la mostra Effetto Araki, un video che presenta Araki mentre seleziona le opere della mostra insieme al curatore Filippo Maggia e un libro catalogo, edito da Skira, con una selezione di 300 opere fra quelle in mostra.