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Frida Kahlo - Il caos dentro

a cura di Silvana Gatti
"Dal momento che i miei soggetti sono stati sempre le mie sensazioni, i miei stati mentali e le reazioni profonde che la vita è andata producendo in me, ho di frequente oggettivato tutto questo in immagini di me stessa, che erano la cosa più sincera che io potessi fare per esprimere ciò che sentivo dentro e fuori di me" (Frida Kahlo)
Su disposizione del Presidente del Consiglio dei Ministri del DPCM del 03 Dicembre 2020, la fabbrica del Vapore di Milano ha temporaneamente sospeso la mostra Frida Kahlo “Il caos dentro”. Inizialmente programmata sino al 28 marzo 2021, riaprirà appena possibile. La rassegna milanese vuole essere un percorso volto a far conoscere al pubblico la vita della grande artista messicana, esplorandone la dimensione artistica e psicologica. Prodotta da Navigare con il Comune di Milano, con la collaborazione del Consolato del Messico di Milano, della Camera di Commercio Italiana in Messico, della Fondazione Leo Matiz, del Banco del Messico, della Galleria messicana Oscar Roman, del Detroit Institute of Arts e del Museo Estudio Diego Rivera y Frida Khalo, la mostra è curata da Antonio Arévalo, Alejandra Matiz, Milagros Ancheita e Maria Rosso e rappresenta una occasione unica per entrare virtualmente negli ambienti dove la pittrice visse per comprendere, attraverso i suoi scritti e la riproduzione delle sue opere, la sua poetica e il tormentato rapporto con Diego Rivera, per conoscere tramite i suoi abiti e i suoi oggetti il suo stile di vita e la cultura popolare da cui l’artista traeva ispirazione.
2 Leo Matiz Frida Kahlo 1944 Fondazione Leo Matiz












Frida Khalo rappresenta una figura centrale dell’arte messicana e indubbiamente la più celebre pittrice latinoamericana del XX secolo. Con il marito Diego Rivera, tra i più importanti muralisti del Messico, formano una delle coppie più emblematiche della storia dell’arte mondiale. Nata nel 1907 a sud di Città del Messico, eredita e fa suoi i valori della Rivoluzione messicana, tra cui l’amore per la cultura popolare. “Le canzoni, gli abiti indigeni, gli oggetti d'artigianato e i giocattoli tradizionali, insieme all'influsso religioso della madre e alle nozioni tecniche sulla fotografia acquisite dal padre - afferma Arévalo - creano un legame profondo tra la sua produzione artistica - e dunque la sua esistenza - e la storia del Messico”. La vita di Frida fu piuttosto tormentata, dapprima per via della poliomielite, in seguito a causa di un incidente che le provocò fratture multiple alla colonna vertebrale, alle vertebre lombari e all'osso pelvico, oltre a una ferita penetrante all'addome. I postumi dell’incidente le provocarono diversi aborti e fu sottoposta ad oltre trenta interventi. Fu proprio durante la lunga convalescenza che Frida scoprì la pittura, ed i suoi dipinti catartici esprimono pienamente la sofferenza, le tribolazioni e il dolore esistenziale. Nonostante i numerosi interventi chirurgici, gli aborti, l’amputazione della gamba, le ricadute che ne rendevano cagionevole lo stato di salute e i tradimenti di Diego, Frida espose le sue opere a Città del Messico, New York, Parigi e Londra. Conobbe personaggi di alto livello, basti ricordare Pablo Picasso, Salvador Dalí, Henry Ford, León Trotsky, André Breton, Vasili Kandinsky, Marcel Duchamp. La mostra si apre con una spettacolare sezione multimediale, attraverso immagini animate e una cronistoria che illustra le principali vicende personali e artistiche della pittrice, con sue frasi e citazioni alternate a fotografie celebri, e prosegue con la fedele riproduzione dei tre ambienti di Casa Azul. Nella tradizione messicana la casa rappresenta la colonna portante della famiglia, ed i suoi componenti sono uno dei capisaldi della società messicana, guidata da un forte senso di comunità e di appartenenza. Quando il padre di Frida, Guillermo Kahlo, decise di trasferirsi lontano dal centro, nel nuovo quartiere di Coyoacan, non acquistò un fabbricato preesistente, ma nel 1904 iniziò la costruzione di un nuovo edificio dipinto interamente di azzurro, al fine di infondere serenità sugli abitanti della casa, da cui il nome “Casa Azul”. Frida nacque il 6 luglio 1907 nella dimora di famiglia, trascorrendo le calde giornate messicane all’ombra di un giardino lussureggiante. A soli sette anni però la poliomelite la costrinse a rimanere a letto. Sperando di consolarla, i genitori le regalarono una tela e dei colori per evadere dalla condizione che le impediva di muovere il busto, costringendola a rimanere totalmente sdraiata a letto. Impossibilitata a dipingere a cavalletto, i genitori montarono uno specchio sul baldacchino in modo che la figlia potesse dipingere osservando il riflesso della tela sul soffitto. In questa mostra è ricostruita l’intera stanza, dove morì il 13 luglio del 1954, con il grande letto a baldacchino e lo specchio che utilizzava per potersi ritrarre; la camera è arredata con oggetti tipici della cultura messicana, tra cui sculture di pietra e pupazzi di cartapesta, con quadri e fotografie, libri, mobili e le stampelle personali. Lo studio riproduce lo scrittoio e la scrivania con tutte le boccette dei colori ed i pennelli, il diario di Frida, la sedia rossa impagliata, la sedia a rotelle e il grande cavalletto.
3 Frida Kahlo Piden Aeroplanos Y Les Dan Alas De Petate 1938












Nel giardino ci si immerge nell’area ricca di vegetazione che Frida curava e nel quale abitavano vari animali come scimmie e pappagalli. Segue la sezione “I colori dell’anima”, curata da Alejandra Matiz, direttrice della Fondazione Leo Matiz di Bogotà, con i magnifici ritratti fotografici di Frida realizzati dal celebre fotografo colombiano Leonet Matiz Espinoza (1917- 1988). Le immagini di Matiz sono colte con la Rolleiflex in una prospettiva esclusiva e ravvicinata, al fine di catturare le sfumature espressive dell’amica Frida. Immortalata in questi ritratti fotografici, Frida era ormai più che trentenne, colta in un momento della sua vita in cui aveva maturato piena fiducia in sé stessa. è il periodo in cui la Kahlo, oltre ad aver raggiunto la fama in qualità di pittrice, aveva ottenuto l’indipendenza sia dal punto di vista economico che da quello sentimentale dal marito Diego Rivera. Frida amava indossare abiti particolari, ed ornarsi con accessori estrosi e ricercatissimi. In maniera eccentrica amava inoltre acconciarsi i capelli con fiori o nastri, in fogge sempre diverse, ornandosi con accessori estrosi e ricercati che talvolta riceveva in dono dallo stesso Matiz, come nel caso di alcune riproduzioni di gioielli di artigianato precolombiano. Frida indossò abiti tipici di diverse regioni del Messico, come simbolo di vicinanza ed empatia col popolo. Prediligeva tra tutti l’abito tehuana di Oaxaca, lo stato di cui era originaria la madre e alla cui cultura Frida era particolarmente legata, in quanto quella Tehuana era l’unica cultura matriarcale del Messico, in cui le donne erano lavoratrici ed autonome. Al piano superiore la mostra prosegue con una sezione dedicata a Diego Rivera. Rivera aveva 36 anni e Frida solo 15, quando si incontrarono per la prima volta, mentre lui lavorava nell’anfiteatro Bolivar. Solo alcuni anni più tardi ed in seguito al secondo divorzio di Diego con Guadalupe Marín, “l’elefante e la colomba” si unirono in matrimonio (1929). La loro storia d’amore fu ricca di passione, nonostante fu alimentata da gelosie e tradimenti. Nel 1939, in seguito al tradimento di Diego con la sorella di Frida, Cristina, ma anche con l’attrice Paulette Godard, giunsero al divorzio. “Ho subito due gravi incidenti nella mia vita… il primo è stato quando un tram mi ha travolto e il secondo è stato Diego Rivera”. Così scriveva Frida di questo amore travagliato ma profondo al tempo stesso, al punto che, dopo appena un anno di separazione, i due artisti si sposarono una seconda volta stabilendo, però, di vivere una relazione aperta. Qui troviamo proiettate le lettere più evocative che Frida scrisse al marito, accompagnate dal sonoro in lingua originale di forte impatto emozionale. Esposta una lettera che Rivera scrisse all’amante Maria Felix, un’altra lettera impreziosita dai disegni dei rospi di Rivera accanto ad altre lettere e cartoline che Frida inviò al Dr. Eloesser, suo amante e medico di fiducia. Una stanza è dedicata alla cultura e all’arte popolare in Messico, che hanno influenzato l’arte di Frida. In questa sezione trovano posto alcuni degli abiti della tradizione messicana che hanno ispirato ed influenzato i modelli usati dalla Kahlo. Gonne ampie e variopinte, scialli e camicette, copricapo e collane, ogni capo esposto richiama la tradizione messicana. Spazio anche alla musica con alcune tra le più celebri canzoni tradizionali, che si potranno anche ascoltare. Esposti alcuni esempi di collane, orecchini, anelli e accessori tipici della tradizione che hanno arricchito lo stile di Frida. L’artista è stata fonte di ispirazione per stilisti e case di moda internazionali, quali Gaultier, Dior, Vuitton, Givenchy, Kenzo, Ferragamo, Cavalli, Moschino, Missoni, Dolce & Gabbana, Valentino, Vans, Nike e Zara. Il focus sulla tradizione messicana procede con la sezione dedicata ad alcuni murales realizzati da Diego Rivera in varie parti del mondo. L’arte murale divenne, nella prima metà del Novecento, un modo per insegnare alla popolazione, in buona parte analfabeta, la storia del Messico e l’esaltazione degli ideali politici. I tre grandi muralisti furono David Alfaro Siqueiros, Diego Rivera e José Clemente Orozco, che di- pingevano sovvenzionati dal Dipartimento della Pubblica Istruzione.
4 Particolare dello Studio di Frida tavolo scrittoio con Diario e colori









Rivera raffigurava nei suoi murales gli eventi politici del suo tempo: l’avvento del capitalismo e della tecnologia, persone dei ceti inferiori e l’avvento del comunismo come speranza di un avvenire migliore. Un’ala della mostra annovera sette busti in gesso che altrettanti artisti contemporanei hanno realizzato ispirandosi ai corsetti utilizzati e dipinti da Frida nel corso della sua vita. Interessante quello che riproduce il celebre busto con il motivo della falce e martello ed il bambino in grembo, e altri nati dalla creatività degli artisti, come quello in cui i volti di Frida e Diego diventano due teste di moro. Frida, nella sua feconda attività artistica, ha dipinto molti autoritratti, al fine di esprimere la sua vita interiore ed il suo modo di vedere il mondo, quasi un diario delle sue vicissitudini. Nella sezione FRIDA E IL SUO DOPPIO sono esposte le riproduzioni in formato modlight di quindici tra i più conosciuti autoritratti, tra cui Autoritratto con collana (1933), Autoritratto con treccia (1941), Autoritratto con scimmie (1945), La colonna spezzata (1944), Il cervo ferito (1946), Diego ed io (1949). Il modlight è una particolare forma di retroilluminazione omogenea, in cui ogni dipinto, precedentemente digitalizzato, viene riprodotto su uno speciale film mantenendo inalterate le dimensioni originali. Attraverso questo metodo, si possono apprezzare tutte le caratteristiche principali delle tele dipinte da Frida nell’arco della sua esistenza. A completare la sezione, uno dei capolavori di Frida - Autoritratto con Bonito (1941) - interamente animato. Con uno sguardo diretto, penetrante, a volte sensibile ed ironico, Frida è la prima donna ispanica la cui immagine è stata ritratta su un francobollo degli Stati Uniti d’America. L’emissione, il 21 giugno 2001, è stata un omaggio ad una delle artiste più importanti del Novecento, celebrata per l’universalità del- la sua arte. A conferma della grande fama globale di cui la pittrice messicana gode, la mostra prosegue con una straordinaria collezione di prodotti filatelici. Per la sua varietà la raccolta è davvero unica ed annovera le più importanti emissioni che diversi stati – oltre al Messico, Niger, Togo, Sierra Leone, Ciad, Mozambico, Serbia, Maldive, Repubblica Centrafricana - hanno tributato in omaggio alla Kahlo in concomitanza di alcune ricorrenze. Un momento di relax si può trovare nella sala proiezioni guardando uno speciale documentario sulla vita di Frida: “Artists in Love: Frida Kahlo & Diego Rivera”. Al termine della visione uno spazio riservato ospita 2Piden Aeroplanos y les dan Alas de Petate - Chiedono aeroplani e gli danno ali di paglia - opera originale di Frida del 1938. Qui l’artista combina la memoria di una delusione infantile con il ricordo della ridotta libertà di movimento, che condizionò la sua vita fin dalla tenera età. Così la descrive: “Un giorno, da bambina, desiderai un piccolo modello d’aeroplano. Mi ritrovai con un costume d’angelo, non so per quale sorta d’incantesimo (fu sicuramente un'idea di mia madre… risulta, infatti, più cattolico trasformare un aeroplano in un angelo). Indossai l’ampia veste bianca, probabilmente cucita alla meno peggio dalla mamma e piena di stelline d'oro. Sul retro, grandi ali di paglia intrecciata, simile a quella con cui in Messico e in tutti i Paesi poveri venivano fabbricati tanti giocattoli e oggetti utili. Che felicità! Finalmente avrei potuto volare!”. Il dipinto è ripreso dall’originale “Niña con Aeroplano”, olio su supporto metallico, andato perduto. Ne rimane una fotografia in bianco e nero di Lola Álvarez Bravo. Affascinata dal mondo dei bambini e dai giocattoli, Frida ammirava bambole, burattini di legno e animali in ceramica. In questo spazio sono inoltre esposte sei litografie acquerellate originali di Diego Rivera, provenienti da collezioni private, che rappresentano scene di vita quotidiana. Lo spazio finale è riservato alla parte ludica e divertente dell’esposizione: la sala multimediale 10D conclude infatti il percorso espositivo. Con la sua combinazione di video ad altissima risoluzione, suoni ed effetti speciali, è una esperienza sensoriale di realtà aumentata molto emozionante, adatta a grandi e piccoli. Rappresenta un momento unico di “immersione” visiva in movimento dentro il mondo artistico e umano di Frida Kahlo. Ogni immagine tridimensionale è connessa ad un effetto speciale. Il movimento della piattaforma, su cui sono poste delle comode poltrone, perfettamente sincronizzato con la visione, dà la sensazione di muoversi in prima persona, enfatizzando ogni spostamento ed in tutte le direzioni. Altro punto di forza dell’esposizione è un laboratorio dedicato ai bambini e alle visite scolastiche. Tornando al pianterreno, si accede all’area bookshop, allestita in pieno stile messicano, dove è possibile acquistare articoli esclusivi dedicati a Frida Kahlo provenienti da tutto il mondo: borse, magliette, calamite, scarpe, matite, libri, gioielli, portapenne, cerchietti e molto altro. Un tuffo emozionante, questa mostra, nel mondo di Frida e nella cultura messicana. In attesa della riapertura del museo, è possibile vedere su You Tube un’anteprima della mostra di sicuro effetto.