ARGILLA’ Festival Internazionale della ceramica a Faenza

di Marilena Spataro

Dal 31 Agosto al 2 Settembre 2018

A dieci anni dalla nascita di Argillà Italia, il Festival biennale della ceramica che si tiene a Faenza, abbiamo intervistato Massimo Isola, vicesindaco del Comune della cittadina manfreda e presidente dell'Associazione Italiana Città della Ceramica. Che qui ci guida lungo le tappe che, una dopo l'altra, hanno consentito alla manifestazione faentina di diventare una delle maggiori mostre mercato della ceramica artistica a livello europeo, acquisendo fama internazionale, con centinaia di espositori che arrivano da tutto il mondo, e mettendo in campo un'importante proposta artistico culturale di eventi collaterali con mostre d'arte, performance e spettacoli vari.
Quale, presidente, il bilancio di Argillà a dieci anni dalla sua nascita?
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«Direi che il bilancio è più che soddisfacente. Dieci anni sono pochi, ma siamo partiti in seguito a un'esperienza positiva ad Aubagne, in Provenza in Francia, dove Argillà si organizza da oltre venti anni. Ci siamo quindi avvalsi parecchio di quella esperienza, il che ci ha permesso di entrare con maggiore velocità Argilla4
nel mercato. Fino ad alcuni decenni fa era impensabile godere di un pubblico che si interessasse agli acquisti di pezzi importanti proposti in un mercato di strada. Ecco, noi con Argillà siamo riusciti ad intercettare la richiesta di questo tipo di pubblico che, appunto, si interessa ed acquista anche importanti manufatti in ceramica in una manifestazione pubblica che si connota come un mercato su strada. E questo è uno dei maggiori obiettivi che ci siamo dati fin Argilla2
dall'inizio e che, devo ammettere, siamo riusciti a raggiungere in un tempo abbastanza breve. Tutto ciò in Europa avviene già da un bel pò anche per mercati piccoli. Da noi per arrivarci abbiamo dovuto ideare un evento molto grande, ma l'effetto che abbiamo ottenuto è stato altrettanto grande, di forte impatto e successo quasi da subito, sia dal punto di vista del marketing territoriale, quindi, con importanti ricadute in fatto di visibilità e di economia sulle nostre botteghe dell'artigianato ceramico, sia del gradimento degli espositori e del pubblico. In tal senso i dati forniti da un'agenzia da noi incaricata sono emblematici, in occasione dell'ultima edizione di Argillà risulta che abbiamo ottenuto ben novantamila presenze in tre giorni di fiera con un indotto economico rilevante anche sul territorio. Ma quello che più ci interessa è di essere riusciti a proporre, da un lato artigianato artistico di qualità rappresentativo della produzione mondiale della ceramica, dall'altro a portare un pubblico interessato a frequentare e a comprare durante le tre giornate della mostra mercato».
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Sotto l'aspetto artistico e culturale in genere, invece, come si pone il Festival?

«Un altro aspetto di rilevo è di avere costruito a Faenza, appunto, una sorta di festival. Una edizione dopo l'altra, Argillà è, infatti, diventata un punto di riferimento culturale per le istituzioni ceramiche italiane e mondiali che si ritrovano puntualmente a ogni sua edizione. Abbiamo presenze di stand internazionali che vanno dall'America Latina, all'Europa, all'India ai Paesi dell'estremo Oriente, alla Russia, nazione questa che ogni hanno garantisce una Argilla7
presenza sempre più consistente anche di espositori. A Faenza con Argillà abbiamo inoltre creato una serie di punti espositivi con mostre di artisti che utilizzano per le loro opere il materiale ceramico, nonchè di ceramisti che hanno voluto sperimentare opere che vanno oltre lo stesso artigianato artistico. Una formula, dunque, la nostra che con questo festival si sviluppa su più piani che tra loro si intrecciano e che nell'insieme danno vita a una manifestazione di ampio respiro, a un vero e proprio festival che guarda, non solo all'artigianato artistico della ceramica, ma anche alle forme artistiche che si avvalgono della ceramica. In tutte queste dimensioni abbiamo registrato una crescita importante che ci incoraggia ad andare avanti sulla strada intrapresa».
Quest'anno a Faenza oltre ad Argillà Italia si celebra l'ottantesimo anniversario e la sessantesima edizione del Premio Internazionale Faenza dell'Arte Ceramica organizzato dal MIC. Come si combinano tra loro queste due importanti manifestazioni cittadine?
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«Il premio Faenza è un evento che vede gli artisti contemporanei che lavorano il materiale ceramico incontrarsi e sfidarsi a Faenza artisticamente. Quest'anno si è creata questa importante coincidenza, ovviamente anche cercata, con il prestigioso anniversario per cui abbiamo dato vita a un premio speciale con l'individuazione da parte di stimati curatori che hanno individuato artisti di fama provenienti da tutto il mondo. Reputo che il Premio Faenza abbia da sempre contribuito ad aiutarci a capire che il mondo dell'artigianato artistico e dell'arte contemporanea devono dialogare di più tra loro, pur nel rispetto delle singole identità artistiche e formali. Le contaminazioni non possono che far bene all'uno e all'altro settore. Sicuramente fa bene l'artigianato a nutrirsi anche delle suggestioni dell'arte come gli artisti, che fanno arte in ceramica, fanno bene a guardare in un certo qual modo all'artigianato artistico della ceramica, essi, infatti, sono poi coloro che frequentano le nostre botteghe artigiane per la realizzazione in concreto delle loro opere. Il che dimostra come anche le idee più geniali e illuminate necessitano delle conoscenze tecniche e dell'esperienza dell'artigianato per concretizzarsi. E quello fin qui descritto è un ulteriore elemento di confronto tra le due realtà di cui ci stiamo occupando e che va incoraggiato e promosso con sempre maggiore convinzione».
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Quanto hanno influito a promuovere questo dialogo la presenza di un'istituzione museale internazionale di altissimo livello quale è il MIC e una importante tradizione nel campo delle arti visive che ha reso Faenza molto attiva anche su questo fronte fin dal Rinascimento?

«La città di Faenza, oltre che essere da lunghissimo tempo una delle più importanti capitali mondiali della ceramica artistica, è stata considerata fin dal Rinascimento una città molto vivace culturalmente specie sul fronte delle arti figurative, quindi sul fronte delle idee, dell'immaginario e del pensiero. In tal senso già al tempo era riconosciuta quale “civiltà artistica”. E questo é un aspetto estremamente caratterizzante per la nostra città, che a differenza di altre città della ceramica non ha grandi know how o tecnologie avanzate su cui contare, ma, al contrario di quelle, possiede, per quanto sopra detto, un considerevole patrimonio di idee e di pensiero in ambito artistico su cui poter fare assegnamento. Non a caso ci siamo sempre mossi su entrambi i fronti, dando ampio spazio e la dovuta importanza a un aspetto tanto prezioso in termini di idee e di creatività, presente a Faenza con nomi prestigiosi di artisti. Il che è stata una grande fortuna che, alla lunga, si è rivelata un'ulteriore opportunità per la crescita cultura e artistica del nostro territorio con ricadute positive anche sull'artigianato artistico della ceramica. Quest'ultimo non sempre ha ricevuto attenzione dalle arti visive, con cui, spesso, non ha amato a sua vota confrontarsi, i due ambiti, per lunghi periodi, hanno viaggiato su binari nettamente separati. Tuttavia l'importante tradizione nel campo delle arti figurative ci ha dato la possibilità di sviluppare strategie e situazioni in cui si potesse creare un confronto tra l'arte e il mondo delle nostre botteghe. Il Mic in tal senso ha avuto un ruolo di primaria importanza ed il Premio internazionale Faenza dell'Arte Ceramica ne è un esempio avendo contribuito profondamente a instaurare questo dialogo. Pur mantenendo il suo ruolo e le sue peculiarità di Museo internazionale della ceramica, una istituzione questa ai massimi livelli nell'ambito di sua competenza e che custodisce uno dei maggiori patrimoni artistico ceramici mondiali dal valore inestimabile, il Mic ha saputo svol- gere sempre più un ruolo di forte istanza promozionale delle arti visive. Si pensi appunto al Premio Faenza che vede coinvolti artisti di tutto il mondo che si esprimono in materiale ceramico e che ogni anno si “sfidano” artisticamente, un premio che in questo 2018 celebra il suo ottantesimo anniversario, per festeggiare il quale abbiamo ideato una versione straordinaria di ampio respiro internazionale con presenze di artisti di fama mondiale, che si esprimono in materiale ceramico e che esporranno le loro opere dal 30 giugno al 7 ottobre nelle sale del Mic».
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Quale la ricaduta sull'artigianato artistico e sulle relative botteghe cittadine di tutte queste iniziative promozionali delle arti figurative?

«La promozione e l'interesse nei confronti delle arti visive e dei suoi artisti contribuiscono non solo ad avvicinare i due mondi, ma anche a rendere gli artisti più vicini alle nostre botteghe, già frequentate da molti di loro per la realizzazione pratica dei lavori da loro ideati, il che comporta non solo vantaggi economici per i nostri artigiani, ma anche a conferire loro un ruolo essenziale nella esecuzione dell'opera difficilmente realizzabile senza questo contributo operativo. A sua volta la presenza e il confronto con gli artisti tout court sono aspetti importantissimi di cui avvalersi per stimolare la creatività e le idee in chiave d'immaginario artistico per i nostri artigiani. Sono profondamente convinto, come spesso sostengo anche nei miei interventi come presidente dell'AICC, che l'artigianato artistico della ceramica e le sue botteghe hanno bisogno oggi più che mai di maggiori idee per avere successo e che, per continuare a operare bene nel settore, non basta più la loro incontrovertibile bravura tecnica. Qui a Faenza ci stiamo lavorando in tal senso promuovendo importanti eventi artistici di vario genere in tutti i periodi dell'anno, oltre quelli organizzati come eventi collaterali, con mostre negli ambiti più disparati, performance, installazioni, spettacoli, musica e tanto altro, durante Argillà Italia, eventi ormai consolidati e il cui spessore culturale e artistico è tale da renderli, nel contesto della fiera mercato, di primaria importanza. Disponiamo poi di un sistema scolastico prestigioso con una serie di scuole che si occupano di insegnamento ceramico, abbiamo il Liceo Ballardini, di antichissima tradizione, e istituzioni scolastiche superiori e specialistiche di design e di arte di altissimo profilo professionale frequentati da studenti che arrivano da tutto il mondo, il che, determinando un confronto con
le più disparate culture, contribuisce ad arricchire ulteriormente la nostra realtà cittadina. Tutte queste componenti stanno creando un sistema artistico e culturale facente capo alla nostra città, che oserei chiamare “sistema Faenza” e che vede arte e artigianato artistico sempre più affiancati e collaborativi. Un dialogo da cui auspichiamo scaturiscano intensi intrecci e contaminazioni tra le arti atti a generare forme espressive e suggestioni artistiche nuove con opere di sempre maggiore fascino estetico e bellezza, così attraendo un numero crescente di pubblico, di estimatori e, ovviamente, di sempre più ampi settori di mercato».

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