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Markus Vallazza Da Nietzsche a Dante. Radiografia del pensiero di Nietzsche

8 agosto 1936 Ortisei (Val Gardena)
21 aprile 2019 Bolzano.
A cura di Vicentini Fulvio.
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Da giovane Markus Vallazza aveva imparato l’arte di architettura per interni di chiese da zio Domenico, alla madre Amalia Moroder donava nelle festività pasquali le uova sode colorate nel caffè con inciso sul guscio scene della passione di Cristo, in seguito ha frequentato gli studi da seminarista.
Tutti pensavano che diventasse prete. Poi l’incontro con Nietzsche nelle letture de La gaia scienza, lo Zarathustra, l’Ecce homo, che con il processo di smascheramento degli ideali metafisico-morali dell’Europa cristiana, hanno cambiato letteralmente la vita di Markus.
A inizio novecento, al pensiero di Nietzsche si erano associati anche il giovane Picasso, Max Ernst, Salvador Dalì, Andrè Masson. In Italia i futuristi, Marinetti, Boccioni, Carrà, Depero. Anche Giorgio de Chirico si era allineato con la sua “pittura metafisica”.
Per Markus, pensando al grande filosofo, che lo aveva conquistato e affascinato, c’è stata una lunga preparazione. Aveva visitato i luoghi dove era vissuto cercando di capire che cos’era il dolore, quello interiore, che gli affliggeva e perseguitava lo spirito. Pensava di inserirlo nella sua “Commedia” come personaggio metafora del nostro tempo collocandolo nella prima Cantica, l’Inferno, e destinandolo ad affiancare Ulisse con la differenza che impersonava l’avventuriero dello spirito, quello che si spinge fino alla follia, la “Hybris” della quale parlano i greci quando l’uomo si mette al posto degli Dei o di Dio.
L’omaggio vallazziano a Nietzsche si è articolato su un triplice percorso: quello umano che cercava di compenetrare la sfera dei sentimenti del filosofo; quello letterario, che prova a sintonizzarci sulla frequenza d’onda del pensiero e delle opere; ed infine quello della sua malattia, sfociata a Torino nella pazzia, che lo ha condannato alla sofferenza e alla solitudine.
Dante e la commedia grafica di Markus Vallazza
Diventa stimolante parlare della Commedia oggi che è stata istituita dal ministero Beni culturali la giornata Dantedì per ricordare l’Alighieri nel suo 700esimo anniversario della morte (1321). Quindi è doveroso visitare la sua selva oscura per ricordare quanti oggi si prodigano eroicamente contro la selva selvaggia pandemica.
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Nel ricordare i grandi maestri che si sono ispirati al Sommo Maestro: Giotto, Botticelli, Michelangelo, Dalì, Sughi, Alberto Martini, Sassu, Moebius, Milton Glaser non possiamo dimenticare Markus Vallazza, che a Dante ha dedicato oltre un decennio della sua vita d’artista. Dopo aver letto nel 1991 il libro “Alla ricerca di Beatrice”, della psicoterapeuta junghiana Adriana Mazzarella aveva capito che dopo Freud si poteva leggere la Divina Commedia anche in chiave junghiana. Ha pensato quindi ad un itinerario che si snodava lungo due percorsi dal tracciato quasi parallelo. Il primo, dettato dal percorso di Dante accompagnato dal suo maestro Virgilio, il secondo quello di Markus che nelle mutate condizioni storiche e culturali chiede a Dante una risposta per i problemi dell’uomo di oggi. è stato quindi tra i primi illustratori a dare un taglio anche psicoanalitico alla Commedia.
A Vienna aveva il gallerista Ernst Hilger che lo sponsorizzava, l’atelier dove lavorava gli era stato concesso in affitto da Peter Infeld, presidente di una fondazione culturale e le incisioni venivano stampate presso la stamperia calcografica Fischer sempre a Vienna.
Ogni qualvolta che Vallazza a Vienna aveva pronte le lastre di una cantica tornava a Bolzano, le stampava personalmente col suo torchio nello studio di via Goethe. Le consegnava a Fulvio Vicentini, che era il curatore dei volumi del: “Viaggio grafico nei tre regni del oltretomba.”
Durante questi soggiorni bolzanini è stato anche realizzato nel suo studio il video “Così nella sua Testa”, patrocinato della Provincia Autonoma Assessorato Scuola e Cultura italiana.
Diari di schizzi - Skizzenbuch e vetrate sulla commedia
Pari passo alle tre cartelle di incisioni l’artista disegnava anche su cinque diari che fungevano da base del progetto. In accordo con Markus, sono stati estrapolati tre disegni per realizzate tre vetrate legate al piombo da Sante Pizzol, importante docente di “Vetroricerca Glas & Modern”. Uno di questi capolavori su vetro è rappresentata Lia tra i fiori, osservata da Dante e Virgilio. (Purg. c. XXVIII).
Una scena resa viva dalla trasparenza del vetro che ne esalta una atmosfera paradisiaca.
I 5 diari Skizzenbuch sono stati acquistati dalla Provincia di Bolzano - Assessore alla cultura tedesca Kaslater Mur. Le vetrate sarebbero l’ideale completamento ai diari. I lavori di Markus sono stati visti a Ravenna dal prof. Vittorio Sermonti che ha scritto: Le raffigurazioni di Markus sono il frutto di una penetrante conoscenza di Dante.
A Ravenna, nel chiostro dei francescani che fiancheggia la tomba di Dante le 100 tavole grafiche sono state presentate al pubblico il 17 aprile 2002.
Markus ha lavorato anche su l’Odissea di Omero, Don Chisciotte, Pinocchio, le favole de Jean De La Fontane, su Personaggi della Cultura mondiale.
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Grande è il travaglio de l’…artista c’ha l’abito dell’arte e man che trema.

(Par. XIII, 78-79)
Causa una dolorosissima malattia alla mano Markus non ha più potuto creare, disegnare, incidere, scrivere e suonare, conducendolo ad uno stato depressivo che lo hanno portato progressivamente alla tomba.
A Bolzano non è mai stata realizzata una mostra completa della sua originale Commedia Nemo propheta in patria?
La ricorrenza di Dantedì potrebbe essere un’ottima occasione per l’esposizione, e anche Markus che ci vede da lassù ne sarebbe sicuramente felice. La mostra potrebbe diventare itinerante e spostarsi a Roma, a Vienna e poi nel Castello della Casa di Dante in Abruzzo dove l’emerito e compianto dantista prof. Corrado Gizzi aveva espresso il desiderio di invitare Markus Vallazza ad esporre le proprie opere grafiche.