Stampa questa pagina

MIQUEL BARCELÓ. Il tempo è un fiume che mi trascina, e io sono il fiume

01 Giugno 2019 - 06 Ottobre 2019
Faenza, MIC
Intervista alla curatrice Irene Biolchini
di Marilena Spataro
2
Dal 1 giugno al 6 ottobre il Museo Internazionale delle Ceramiche in Faenza dedica una grande personale all’artista spagnolo Miquel Barceló uno dei massimi protagonisti della scena contemporanea internazionale. La mostra faentina è la prima vera antologica in Italia dedicata alla sua produzione ceramica, dagli esordi ai giorni nostri, e vede nascere un progetto speciale realizzato dall’artista appositamente per il MIC di Faenza in dialogo con le opere della storia della ceramica esposte nel più grande museo al mondo dedicato a questo linguaggio. Per il MIC di Faenza l’artista creerà un’installazione in dialogo con la sezione dedicata alle ceramiche faentine. All’interno della sala l’artista posizionerà le sue ceramiche, dai primi lavori in argilla della fine degli anni Novanta ai giorni nostri. Inoltre, in tributo alla storia del MIC, selezionerà per affinità alcuni pezzi chiave della collezione ed interverrà all’interno delle vetrine in maniera mimetica, in un racconto autobiografico in cui l’elemento privato si mischia alla storia. La mostra proseguirà negli spazi destinati alle mostre temporanee del museo.
Irene Biolchini, curatrice della mostra con Cécile Pocheau Lesteve, ci illustra in anteprima l'importante evento espositivo.
3
Come nasce l'idea di questa mostra e perché la scelta é caduta su Miquel Barcelo'?
«Miquel Barceló è un autore a me molto caro per una serie di ragioni personali e professionali. L’ho incontrato la prima volta nel 2014, mentre stavo svolgendo il mio progetto di dottorato e da subito, con grande generosità, mi ha permesso di avvicinarmi al suo lavoro, di studiarne i taccuini, gli appunti, le dichiarazioni. Credevo allora e credo ancora più oggi che studiare Miquel Barceló - o presentarlo in mostra in questo caso - significhi fare i conti con una stagione “eroica” del mercato, quella degli anni Ottanta e della nostra ruggente Transavanguardia. Questo momento, che profondamente ha segnato il modo di percepire la pittura nella nostra epoca contemporanea, è stato ridiscusso – penso per esempio all’arte relazionale - da un certo ritorno alla partecipazione e ai temi sociali. Presentare Miquel Barceló oggi significa riesaminare la troppo semplice equazione pittura-solitudine-narcisismo e affrontare invece il lavoro di un autore che ha attraversato la scena contemporanea per oltre un trentennio, sfidando ed abbattendo tutte le distinzioni di genere e tecnica: olio, performance, ceramica, bronzo. Tutto in Barceló è pittura e alla pittura ritorna, e in questo non c’è nessun anacronismo, solo una visione personalissima del Tempo, che è cosa diversissima dalla storia».
Come si inscrivono, e che collocazione trovano, le opere del maestro spagnolo rispetto alle miriade di capolavori dell'arte ceramica del passato presenti al Mic?
«Miquel Barceló ama profondamente la ceramica, la conosce e la rispetta. Per la collezione del MIC ha un profondo interesse – fuori però da ogni cronologia. Le sue opere quindi interagiscono con i gran- di temi della storia della ceramica: le narrazioni dell’istoriato, i ritratti femminili, i temi vegetali. Il risultato finale sarà un fluire in cui l’oggi incontra ciò che è stato, liberamente e senza troppe categorie ma solo guidato dalla creazione e dalla libertà inventiva dell’artista».
4
Come si caratterizzano e che valore assumono le opere ceramiche di Barcelo' rispetto al resto del suo lavoro artistico e al mondo dell'arte ceramica di oggi?
«La ceramica è un materiale che ha incontrato l’interesse di moltissimi in epoca recente, come se ci fosse il bisogno di un ritorno alla materia, al fare. Per Barceló questa esigenza è stata sempre fortissima, in anni in cui non era affatto scontato (si pensi che le sue prime ceramiche risalgono alla metà degli anni Novanta). Come dicevo per l’artista la ceramica non è separabile dalla pittura: è un naturale svolgimento di una ricerca».
Pensa che questi eventi espositivi dedicati a maestri dell'arte contemporanea che arrivano da oltralpe possano avere ricadute positive, oltre che sull'economia cittadina, anche sul mondo delle botteghe artigiane di Faenza. E se sì, quali gli aspetti maggiormente rilevanti in tal senso?
5 1
«Faenza è un centro di produzione di arte ceramica, penso alle esperienze di botteghe storiche che da sempre lavorano in questo settore – come la Bottega Gatti per citare un nome su tutti. A questa realtà produttiva si sono affiancati i musei, pubblici e privati, che in città hanno portato i grandi nomi della scena contemporanea. Credo quindi che questa mostra più che portare nuove energie consolidi un percorso di straordinaria fertilità, in moto ormai da diversi anni».
Miquel Barcelo' sarà presente all'inaugurazione?
«Certamente l’apertura sarà un’occasione di incontro, un modo di condividere un percorso e per questo l’artista sarà presente a raccontare la sua esperienza e il fascino che la storia ceramica ha avuto sul suo lavoro».