GIORGIO PANIZZA
Giorgio Panizza è nato a Bolzano Il 29 maggio 1955. Il suo amore per l’arte era iniziato ai tempi delle elementari, quando si divertiva a copiare fotografie di statue classiche, lo zio era scultore in legno e ancor oggi si possono ammirare sue opere nelle chiese della Val di Cembra nel trentino. Con questo patrimonio genetico da non disperdere la madre Maria pensò di iscriverlo alle scuole medie presso l’Istituto d’Arte di Trento. La sua formazione artistica si concluse in terza media, perché il padre Mario sosteneva che con la sola pittura non si mangia. Fu così che intraprese gli studi di medicina presso l’università di Pisa laureandosi in Medicina e Chirurgia nel 1980. Si è specializzato in Cardiologia nel 1985 a Verona. Ha esercitato poi la professione di medico di condotta, in un paesino altoatesino di 1000 abitanti, Trodena.
Le muse dell’Arte non abbandonarono il giovane medico Panizza. In paese viveva l’artista Gotthard Bonell, che aveva frequentato l’Accademia delle Belle Arti prima a Venezia, per poi proseguire gli studi a Brera, godendo anche dell’amicizia e dell’insegnamento del Maestro Karl Plattner.
Si instaurò così una forte amicizia tra Panizza e Bonell e di grande stima e simpatia verso i compaesani. Dopo l’esperienza maturata nella condotta e il conseguimento del patentino bilingue, italiano - tedesco, necessario per svolgere la professione di medico in Alto Adige, Panizza superò il concorso ed entrò come dirigente medico nella Divisione di Cardiologia dell’Ospedale Regionale San Maurizio di Bolzano, una delle eccellenze, diretto allora dal primario Prof. Elio Braito.
Per il dott. Panizza uno dei primi lavori da cardiologo, che comportava avere anche una mano felice e sciolta per il disegno è stato quello di realizzare un libro di ecocardiografia dove serviva disegnare perfette immagini di sezioni anatomiche. Ebbe così, modo di rispolverare la sua vecchia passione e il piacere di quando era bambino: il disegno.
“L’artista-cardiologo” o “ il cardiologo-artista”? Giorgio Panizza si è affermato in entrambe le professioni, quella primaria del medico e quella del pittore.
E’ artista polivalente, dal disegno all’acquarello, all’olio, alle tecniche miste, alla grafica. Tra i soggetti predilige il paesaggio che sa trattare con interessanti prospettive e delicate atmosfere, caricando l’osservatore di intense emozioni, nelle nature morte sa imprimere al soggetto la sua forza del colore, ma è il ritratto che lo affascina. Scavando nel volto sa cogliere da chi posa davanti a lui, l’armonia dell’anima, un po’ come gli antichi maestri, che da sempre predilige: Michelangelo, Dürer, van der Weyden, Caravaggio fino ad arrivare al ‘900 con Lucean Freud, Pietro Annigoni e Gregorio Sciltian, Achille Funi, che con il loro verismo magico, hanno fatto della realtà la loro migliore arma pittorica.
Così è stato anche per Panizza, ne è testimonianza il suo libro “Sguardi - Blicke”, dove su invito, ha eseguito il ritratto a 48 personaggi dipendenti del nosocomio, che rappresentano i reparti, e i servizi del San Maurizio di Bolzano. Medici, primari, infermieri, ma anche portantini, uscieri e barbiere. La cosa che ha dato ulteriore interesse all’opera è stata quella di far scrivere ad ognuno di loro un a- neddoto, un fatto interessante e curioso capitato nell’espletare le proprie mansioni ospedaliere, un vero spaccato di vita nei reparti.
Con tele e tavolozza si è appostato nelle sale operatorie e parto, realizzando importanti quadri ad olio di grande formato, a testimoniare il gravoso lavoro dei chirurghi per salvare le vite umane e farne sbocciare altre.
Degno di essere ricordato il trittico fatto espressamente per il primario di urologia prof. Armin Pycha. Di questa sua opera Panizza racconta:
“Volevo rappresentare un reparto ospedaliero attraverso dei sentimenti e delle emozioni: Si trattava di conciliare immagini diverse: il lavoro in sala operatoria, la specializzazione in urologia e le aspettative del paziente, in un preciso contesto territoriale. Così è nata l’idea di un trittico costituito da tre immagini principali: quella dei chirurghi in sala operatoria, il David di Michelangelo ed il Catinaccio che sovrasta la città di Bolzano. Trovavo una certa similitudine tra la lotta del valoroso eroe biblico contro il gigante Golia e la battaglia quotidiana del chirurgo contro il male fisico. Volevo trasmettere anche un sentimento di speranza, conducendo lo sguardo dello spettatore dal buio della sala operatoria alla luce del David vittorioso. Purtroppo la condizione umana ci costringe a fare i conti con la fine della vita ed allora la luce della vittoria non poteva essere brillante ed eterna, ma intensa e fugace, proprio come quella del tramonto che avvolge nel mio quadro l’eroe vittorioso.” Non va dimenticato il lato umano. In ospedale sono presenti il gruppo di “umanizzazione” HELIOS, coordinato dalla dott.ssa Mirella Bombonato, e l’Associazione ONLUS “Medici dell’Alto Adige per il Mondo.” Dal 2004 e con cadenza biennale, in occasione delle feste natalizie l’atrio dell’ospedale si trasforma in una grande Galleria d’Arte dove sono esposte in vendita le opere dipinte nel biennio da Giorgio Panizza. Con i proventi raccolti negli anni, che ammontano a tutt’oggi a 70.000 Euro, hanno potuto svolgere parecchie iniziative umanitarie tra cui:
Contribuito all’acquisto di una ambulanza per l’ospedale dell’ Ecuador, di un ecocardiografo per l’ospedale di Attat in Etiopia, hanno costruito una piccola scuola per i bambini terremotati di Haiti, hanno dato aiuto all’ Hospital Claudio Benati a Zumbagua in Ecuador, e hanno dato un sostanziale aiuto al Dhulikhel Hospital, un ospedale <no profit> che si trova ai piedi dell’ Himalaya in Nepal, strappando sguardi di amore e gratitudine, ai bambini ricoverati, molti dei quali rimasti orfani del terremoto.
A proposito di occhi scriveva Dante:
“ne li occhi porta la donna mia amore”
(Vita Nuova - 21 sonetto)
Il linguaggio degli occhi a volte può essere più significativo e intenso di quello delle labbra.
Questa solidarietà verso i paesi del terzo mondo non è cosa da poco! Anzi…
Per tutto questo, un ringraziamento al dottor Panizza, esteso al gruppo di “umanizzazione HELIOS” e all’ Associazione ONLUS “Medici dell’Alto Adige per il Mondo.”
A cura di Fulvio Vicentini
Si instaurò così una forte amicizia tra Panizza e Bonell e di grande stima e simpatia verso i compaesani. Dopo l’esperienza maturata nella condotta e il conseguimento del patentino bilingue, italiano - tedesco, necessario per svolgere la professione di medico in Alto Adige, Panizza superò il concorso ed entrò come dirigente medico nella Divisione di Cardiologia dell’Ospedale Regionale San Maurizio di Bolzano, una delle eccellenze, diretto allora dal primario Prof. Elio Braito.
Per il dott. Panizza uno dei primi lavori da cardiologo, che comportava avere anche una mano felice e sciolta per il disegno è stato quello di realizzare un libro di ecocardiografia dove serviva disegnare perfette immagini di sezioni anatomiche. Ebbe così, modo di rispolverare la sua vecchia passione e il piacere di quando era bambino: il disegno.
“L’artista-cardiologo” o “ il cardiologo-artista”? Giorgio Panizza si è affermato in entrambe le professioni, quella primaria del medico e quella del pittore.
E’ artista polivalente, dal disegno all’acquarello, all’olio, alle tecniche miste, alla grafica. Tra i soggetti predilige il paesaggio che sa trattare con interessanti prospettive e delicate atmosfere, caricando l’osservatore di intense emozioni, nelle nature morte sa imprimere al soggetto la sua forza del colore, ma è il ritratto che lo affascina. Scavando nel volto sa cogliere da chi posa davanti a lui, l’armonia dell’anima, un po’ come gli antichi maestri, che da sempre predilige: Michelangelo, Dürer, van der Weyden, Caravaggio fino ad arrivare al ‘900 con Lucean Freud, Pietro Annigoni e Gregorio Sciltian, Achille Funi, che con il loro verismo magico, hanno fatto della realtà la loro migliore arma pittorica.
Così è stato anche per Panizza, ne è testimonianza il suo libro “Sguardi - Blicke”, dove su invito, ha eseguito il ritratto a 48 personaggi dipendenti del nosocomio, che rappresentano i reparti, e i servizi del San Maurizio di Bolzano. Medici, primari, infermieri, ma anche portantini, uscieri e barbiere. La cosa che ha dato ulteriore interesse all’opera è stata quella di far scrivere ad ognuno di loro un a- neddoto, un fatto interessante e curioso capitato nell’espletare le proprie mansioni ospedaliere, un vero spaccato di vita nei reparti.
Con tele e tavolozza si è appostato nelle sale operatorie e parto, realizzando importanti quadri ad olio di grande formato, a testimoniare il gravoso lavoro dei chirurghi per salvare le vite umane e farne sbocciare altre.
Degno di essere ricordato il trittico fatto espressamente per il primario di urologia prof. Armin Pycha. Di questa sua opera Panizza racconta:
“Volevo rappresentare un reparto ospedaliero attraverso dei sentimenti e delle emozioni: Si trattava di conciliare immagini diverse: il lavoro in sala operatoria, la specializzazione in urologia e le aspettative del paziente, in un preciso contesto territoriale. Così è nata l’idea di un trittico costituito da tre immagini principali: quella dei chirurghi in sala operatoria, il David di Michelangelo ed il Catinaccio che sovrasta la città di Bolzano. Trovavo una certa similitudine tra la lotta del valoroso eroe biblico contro il gigante Golia e la battaglia quotidiana del chirurgo contro il male fisico. Volevo trasmettere anche un sentimento di speranza, conducendo lo sguardo dello spettatore dal buio della sala operatoria alla luce del David vittorioso. Purtroppo la condizione umana ci costringe a fare i conti con la fine della vita ed allora la luce della vittoria non poteva essere brillante ed eterna, ma intensa e fugace, proprio come quella del tramonto che avvolge nel mio quadro l’eroe vittorioso.” Non va dimenticato il lato umano. In ospedale sono presenti il gruppo di “umanizzazione” HELIOS, coordinato dalla dott.ssa Mirella Bombonato, e l’Associazione ONLUS “Medici dell’Alto Adige per il Mondo.” Dal 2004 e con cadenza biennale, in occasione delle feste natalizie l’atrio dell’ospedale si trasforma in una grande Galleria d’Arte dove sono esposte in vendita le opere dipinte nel biennio da Giorgio Panizza. Con i proventi raccolti negli anni, che ammontano a tutt’oggi a 70.000 Euro, hanno potuto svolgere parecchie iniziative umanitarie tra cui:
Contribuito all’acquisto di una ambulanza per l’ospedale dell’ Ecuador, di un ecocardiografo per l’ospedale di Attat in Etiopia, hanno costruito una piccola scuola per i bambini terremotati di Haiti, hanno dato aiuto all’ Hospital Claudio Benati a Zumbagua in Ecuador, e hanno dato un sostanziale aiuto al Dhulikhel Hospital, un ospedale <no profit> che si trova ai piedi dell’ Himalaya in Nepal, strappando sguardi di amore e gratitudine, ai bambini ricoverati, molti dei quali rimasti orfani del terremoto.
A proposito di occhi scriveva Dante:
“ne li occhi porta la donna mia amore”
(Vita Nuova - 21 sonetto)
Il linguaggio degli occhi a volte può essere più significativo e intenso di quello delle labbra.
Questa solidarietà verso i paesi del terzo mondo non è cosa da poco! Anzi…
Per tutto questo, un ringraziamento al dottor Panizza, esteso al gruppo di “umanizzazione HELIOS” e all’ Associazione ONLUS “Medici dell’Alto Adige per il Mondo.”
A cura di Fulvio Vicentini
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