MONDI PARALLELI

locandina










La Galleria Ess&rrE è lieta di invitarvi alla Mostra quadri-personale di Patrizia Almonti, Giusy Cristina Ferrante, Federica Marin ed Enrica Mazzuchin nella quale, durante il vernissage, sarà presentato il libro di
Manuela Minelli "C'è (ancora) odore di cuore".
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Patrizia Almonti è nata e vive a Roma da sempre, dove dipinge nel proprio atelier.
Anche se la sua vita professionale si è svolta lontano dal mondo dell’arte, avendo percorso un’intera carriera di dirigente amministrativo presso l’Università di Roma “Sapienza”, Patrizia ha dato libera e feconda espressione alle sue emozioni attraverso la pittura da quando, quasi trent’anni fa, ha scoperto la porcellana, “l’oro bianco”, rimanendo attratta dal fascino misterioso che ne avvolge la formula antica, vecchia di secoli. Da quell’incontro serendipitoso è nata una passione profonda e totalizzante per la pittura che, stimolando estro e sensibilità estetica, attraverso lunghi percorsi di ricerca da autodidatta e di studio al fianco di riconosciuti maestri d’arte internazionali, con sconfinamenti nella pittura ad olio ed acrilici su supporti diversi, quali tela, carta, metallo, legno, vetro e plexiglas, l’ha portata a padroneggiare le diverse tecniche pittoriche e a sublimare infine il suo linguaggio artistico proprio sulla porcellana e nei suoi colori.
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Giusy Crstina Ferrante nasce a Torino il 22-01-1971.
Già da piccola i “giochi” preferiti erano matite e colori regalate costantemente dal padre dal quale ha ereditato anche la passione per la matematica e l’insegnamento. All’età di 6 anni riceve sempre da lui il suo primo cavalletto con una tela e i colori a tempera e inizia così la magica avventura nel mondo dell’arte riproducendo ciò che vedeva dal suo balcone… il primo paesaggio montagne e prati e laghi.
Il desiderio, dopo la licenza media era continuare gli studi artistici… ma per la lontananza della scuola non fu possibile. Porta avanti così l’altro grande sogno… frequenta a pieni voti l’Istituto tecnico per Geometri di Lentini (SR) dove si era trasferita con la famiglia e si Laurea alla Facoltà di Reggio Calabria in Architettura continuando a coltivare la sua grande passione per la pittura.
La ricerca costante nelle sue opere è dettata dall’esigenza di conoscere se stessi, i colori esprimono emozioni e l’arte eleva lo spirito oltre la materia .La spiritualità legata non a una religione ma all’amore inteso come vita. L’analisi dei moti dell’anima e il significato profondo di una logica intellettuale ne fanno un’artista eclettica e concettuale, riesce ad offrire allo spettatore una immagine netta o un percorso psicologico di autoanalisi. Un rifiuto costante per gli schemi dettati dal mercato artistico spesso trasforma in opere riflessioni profonde sulla società.
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Federica Marin, architetto, laureatasi al Politecnico di Milano, con successivo PhD in Ingegneria civile e ambientale, fotografa d’arte e ricercatrice in ambito accademico. Ha acquisito una solida formazione negli studi tecnici e artistici, nella grafica e nella fotografia ottenendo in questi settori importanti riconoscimenti. Ha esposto in numerose mostre personali e collettive nelle più importanti città italiane, nelle principali fiere di settore e in varie città all’estero (New York, Toronto, Miami, Chicago, Rio de Janeiro, Parigi, Londra, Madrid, Barcellona, Malta, Mosca, Budapest, Montecarlo, Montreux, Lisbona, Berlino). Alla ricerca didattica-architettonica l’artista ha sviluppato in parallelo un percorso artistico personale sulla percezione visiva attraverso l’uso della macchina fotografica. Lo studio della tecnica fotografica iniziato in giovane età, alle scuole superiori, si è sviluppato successivamente con corsi professionali e workshop al Politecnico di Milano con maestri di settore come Piero Pozzi, Roberta Valtorta, Guido Guidi, Giovanni Chiaromonte, Mario Cresci, Paolo Rosselli.
Attraverso attente riprese fotografiche l’artista compie una trasfigurazione dell’immagine colta dei soggetti coinvolti e del paesaggio sia naturale sia antropizzato. Gli elementi visivi ripresi nell’inquadratura compongono ritmi autonomi dal reale fino a sfiorare l’astrazione e le fotografie, talvolta oniriche, sembrano intrise di morbida sostanza pittorica.
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Enrica Mazzuchin
, dirigente scolastica, consulente di formazione a livello nazionale e internazionale, ha coltivato attività culturali e progettuali in tutta l’Unione Europea, in Russia, a lungo in Cina, in India, in Mozambico, in Marocco, nello Stato del Brunei Darussalam. Ha viaggiato molto in Paesi e continenti diversi, attraversando una pluralità di esperienze che ha tradotto nella pittura, sul filo di un prezioso "diario interiore” che, come sostiene Lucio Damiani, supera la dimensione personale, universalizza stati d'animo e passioni, proietta lo spunto autobiografico in spazi totali. Dalla natura l’artista trascina il ricordo dei colori che si addensano e si mescolano con l'agitarsi di grandi forze cosmiche in un moto perenne che crea concitate sequenze sinfoniche, mentre, talvolta, sommesso e amato, si compone il sapore lontano dell’infanzia... Allora la natura beve ricordi fanciulli per restituirli in sospese atmosfere verdi d'acqua e in terre cangianti. Siamo nel luogo di un’anima dove non abitano lunghi respiri, ma è “stanza turbata dal costante richiamo al trasloco accelerato”. “Il fluire e lo sbarramento; e un… incessante battere sotterraneo d’ali non promette isole nell'anima” (Isabella Deganis). Ha da sempre privilegiato l’arte visiva come veicolo di comunicazione nella libertà delle tecniche (olio, acquerello, sanguigna, incisioni, tempera e miste) e dei supporti (tela, cartone, ceramica, vetro, legno, rame), anche se tende a preferire l’uso dell’olio su tela, da piccolissime a grandi dimensioni.