Il Multi-universo in puppetcolor

Nel grande cerchio della vita, come nell’arte, i percorsi, apparentemente finiti, delle nostre esistenze si proiettano verso l’infinito, verso un Universo dalle mille forme e dalle svariate sfaccettature generazionali. “Percorsi inattesi” è il titolo della mostra tenuta a Roma, in Trastevere, quest’anno dall’artista Antoh Mansueto. Eclettico, poliedrico, creativo, sempre desideroso di sperimentare nuove tecniche e nuove tema- tiche, di giorno, in perfetta tenuta da colletto bianco e di notte, vestito solo della sua grande passione, l’arte, Antonio Mansueto, in arte Antoh, dipinge su tele, ma realizza anche interessanti grafiche su allumino sagomato, soggetti surreali, a metà tra l’arte pop, il fumetto, buffo e grottesco, e l’espressionismo. Un bel mix di correnti che ben riflette il caos contemporaneo della sua vita e del mondo che lo circonda, colorato Antoh 3come i personaggi dei suoi quadri, a metà tra puppet e cartoons. Pupazzetti mostruosi, allegri, frantumati, incompiuti: tutti dominano l’Universo! La poetica artistica di Antoh unisce mitologia, fisica, metafisica, simbolismi contemporanei e fantasia, in un contenitore fatto di immagini, ma anche di musica e parole, riportandoli, tutti, allo stadio primordiale del creare e del comunicare. I suoi quadri sono la sua prima forma di comunicazione, il tripudio di colori svela immediante le sue tematiche : Entropia per descrivere la τροπή interna, Multiverse per avvicinare la multidimensionalità dell’universo alla complessità della società occidentale contemporanea e Archetipo- Prototipo per rappresentare la ciclicità e i cambiamenti del tempo.
Anche la sua linea pittorica, da lui definita “geometrico-grafica”, sebbene sia assolutamente riconoscibile, si evolve sempre in qualcos’altro, combinandosi a volte con una pennellata astratta o con le varie dissonanze cromatiche, a volte spezzandosi su quell’architettura frantumata che pervade le sue opere. Il suo linguaggio, infatti, apertamente figurativo e spesso narrativo, realizza composizioni quasi “decostruttive”, dove è il caos l’elemento ordinatore. Proprio come il movimento architettonico del decostruttivismo, i suoi lavori sono caratterizzati da una geometria instabile con forme pure, disarticolate e decomposte, costituite da frammenti, volumi deformati, tagli, asimmetrie e da un'assenza di canoni estetici tradizionali. E certamente non si può non riconoscere una certa affinità con l’Art Brut (di Jean Dubuffet) che scaturisce in maniera del tutto naturale da impulsi creativi puri e autentici, definendo un’arte spontanea, benché colta, ma senza ostentazioni accademiche. Punti di incrocio, percorsi, colori, energia, connessioni, scontri, unioni, gioie e drammi di un pianeta brulicante di vita e conflitti: sono tante le idee che hanno ispirato i suoi quadri in mostra. Mostre all’insegna dell’ironia, dell’arte libera da preconcetti e pregiudizi, spontaneamente osservata e vissuta da protagonisti, opere che quest’anno a Roma sono divenute personaggi VIP con cui farsi fotografare nei vicoli di Trastevere, guest star della serata: “Paul McCartney puppet”. Quasi come dei protagonisti di uno spettacolo teatrale, i visitatori possono comprendere appieno la filosofia delle opere dialogando con l’artista, prendendo parte ad una vera e propria operazione metateatrale, erede della dissacrante ironia napoletana.
Naturalmente la passione di Antoh per il teatro, che lo ha visto coinvolto in passato da autore anche in uno spettacolo con i giovani attori del Piccolo Teatro di Milano, ben si manifesta in ognuna delle sue esposizioni personali che generano percorsi di curiosità ed ironia, a metà tra l’atteso e l’inatteso.Antoh 2
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