L’intimità femminile nell’interpretazione di Edgar Degas
Edgar Degas occupa un ruolo di rilievo nella storia dell’arte figurativa della seconda metà dell’ottocento. Coinvolto ed attratto dalla vita parigina, entrò psicologicamente nell’intimità delle donne dedicando loro una serie di ritratti di nudo, quasi da osservatore nascosto.
Nel 1886 realizzò “La Tinozza”, uno stupendo pastello in cui il taglio della composizione esce dai canoni convenzionale e ci mostra una figura di donna ripresa dall’alto, tanto che il piano del mobile a destra della ragazza sembra trovarsi in posizione verticale piuttosto che orizzontale.
La giovane si mostra accoccolata con la mano sinistra appoggiata alla tinozza, l’altra sui capelli, una sapiente ombra le nasconde il viso. La schiena bellissima si flette come un arco evidenziando un corpo splendido dal collo sino ai glutei.
La figura risulta intrigante, sapientemente mobile, realizzata da un intreccio di cromatismi ed ombre, tanto da renderla viva. La “pennellata” di luce si propaga dal collo al dorso, poi al braccio ed al piede fino ad evidenziare il bordo dell’orecchio tra i capelli color rame.
Diversa l’interpretazione che Degas propone nell’opera “Donna che si pettina” l’artista realizza una composizione che inizialmente sembra seguire un percorso geometrico.
Il primo piano è caratterizzato dai lunghi capelli della ragazza, raccolti nella mano sinistra mentre l’altra vi passa il pettine. Il viso della donna appare molto velato, confuso nell’ombra. L’immagine risulta sintetica, mentre la luce che proviene dal lato destro sembra calamitarsi sul braccio e sul drappo bianco che avvolge i fianchi della donna. Nell’opera “La Pettinatrice”, l’autore si spinge ad osservare attentamente la vita intima del soggetto ritratto, tralasciando la bellezza ed eliminando completamente l’ambientazione.
Prevale il rosso, violetto, preponderante la scena evidenzia due donne, una seduta l’altra in piedi. La prima piega il corpo secondo una linea diagonale suggerita dall’inclinazione del tavolo,indossa un vestito rosso della stessa tonalità dei capelli. La pettinatrice è vestita di rosa. (Degas commentando il suo quadro affermò: “non bisogna mai mercanteggiare con la natura, ci vuole del coraggio per abbordarla frontalmente nei suoi grandi piani e nelle sue grandi linee”). Ancora una diversa interpretazione nel dipinto “Donna che si asciuga la nuca”, qui Degas crea un pastello che rappresenta una giovane intenta ad asciugarsi dopo il bagno.
L’opera non si presenta come l’idealizzazione del nudo, e le forme del corpo non appaiono voluttuose e provocanti. La ragazza è intenta con spontaneità ad una mansione quotidiana. Il volto appare coperto dai suoi stessi movimenti e lei non sa di essere osservata: in realtà l’artista è come se la spiasse da un immaginario buco della serratura. L’ambientazione risulta dolce, leggera, frutto di un cromatismo studiato composto da luci attenuate ed ombre anatomicamente perfette. Ad onore della storia dell’arte va ribadito che Degas si è sempre riservato la libertà di intervenire sulle proprie tele e anche in seconda battuta, dopo attenta e psicologica riflessione.
di Francesco Buttarelli
Nel 1886 realizzò “La Tinozza”, uno stupendo pastello in cui il taglio della composizione esce dai canoni convenzionale e ci mostra una figura di donna ripresa dall’alto, tanto che il piano del mobile a destra della ragazza sembra trovarsi in posizione verticale piuttosto che orizzontale.
La giovane si mostra accoccolata con la mano sinistra appoggiata alla tinozza, l’altra sui capelli, una sapiente ombra le nasconde il viso. La schiena bellissima si flette come un arco evidenziando un corpo splendido dal collo sino ai glutei.
La figura risulta intrigante, sapientemente mobile, realizzata da un intreccio di cromatismi ed ombre, tanto da renderla viva. La “pennellata” di luce si propaga dal collo al dorso, poi al braccio ed al piede fino ad evidenziare il bordo dell’orecchio tra i capelli color rame.
Diversa l’interpretazione che Degas propone nell’opera “Donna che si pettina” l’artista realizza una composizione che inizialmente sembra seguire un percorso geometrico.
Il primo piano è caratterizzato dai lunghi capelli della ragazza, raccolti nella mano sinistra mentre l’altra vi passa il pettine. Il viso della donna appare molto velato, confuso nell’ombra. L’immagine risulta sintetica, mentre la luce che proviene dal lato destro sembra calamitarsi sul braccio e sul drappo bianco che avvolge i fianchi della donna. Nell’opera “La Pettinatrice”, l’autore si spinge ad osservare attentamente la vita intima del soggetto ritratto, tralasciando la bellezza ed eliminando completamente l’ambientazione.
Prevale il rosso, violetto, preponderante la scena evidenzia due donne, una seduta l’altra in piedi. La prima piega il corpo secondo una linea diagonale suggerita dall’inclinazione del tavolo,indossa un vestito rosso della stessa tonalità dei capelli. La pettinatrice è vestita di rosa. (Degas commentando il suo quadro affermò: “non bisogna mai mercanteggiare con la natura, ci vuole del coraggio per abbordarla frontalmente nei suoi grandi piani e nelle sue grandi linee”). Ancora una diversa interpretazione nel dipinto “Donna che si asciuga la nuca”, qui Degas crea un pastello che rappresenta una giovane intenta ad asciugarsi dopo il bagno.
L’opera non si presenta come l’idealizzazione del nudo, e le forme del corpo non appaiono voluttuose e provocanti. La ragazza è intenta con spontaneità ad una mansione quotidiana. Il volto appare coperto dai suoi stessi movimenti e lei non sa di essere osservata: in realtà l’artista è come se la spiasse da un immaginario buco della serratura. L’ambientazione risulta dolce, leggera, frutto di un cromatismo studiato composto da luci attenuate ed ombre anatomicamente perfette. Ad onore della storia dell’arte va ribadito che Degas si è sempre riservato la libertà di intervenire sulle proprie tele e anche in seconda battuta, dopo attenta e psicologica riflessione.
di Francesco Buttarelli