Meraviglie archeologiche in Africa

Le grandi civiltà africane ci hanno tramandato, nel corso di millenni affascinanti testimonianze. Alcuni luoghi risultano ampiamente documentati, altri sono stati in parte trascurati pur essendo siti storici magnifici. Un luogo magico, non sempre approfondito in maniera adeguata è rappresentato dalla città di Lalibela, antico insediamento nel nord dell’Etiopia. Città considerata Sacra e meta di pellegrinaggi, seconda soltanto ad Axum. Lalibela conta una popolazione completamente cristiano-ortodossa.
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L’insediamento risale al XII secolo ad opera del re Lalibela che regnò tra il 1181 e il 1221. Secondo gli storici la città venne edificata nel corso dei secoli (come testimoniano i diversi stili delle chiese rupestri esistenti); tuttavia esiste una leggenda tramandata dai fedeli che racconta che la città fu costruita in ventitre anni, di giorno vi lavoravano gli uomini, mentre di notte davano loro il cambio gli angeli. L’intento del re era quello di ricreare una Gerusalemme europea, poiché in sogno gli era apparso Dio che gli aveva comandato di erigere un luogo sacro ove i pellegrini etiopi avrebbero potuto pregare evitando il lungo viaggio a Gerusalemme, (un percorso che spesso causava vittime ed enormi disagi). Difficile descrivere Lalibela, sono le immagini a parlare di una città fuori dal tempo. Le undici chiese rupestri cambiano aspetto a seconda del volgere del sole, uno spettacolo che non ha eguali al mondo. Un altro luogo mistico e misterioso è rappresentato dalle piramidi Nubiane della città di Meroe in Sudan. Una leggenda ebraica racconta che Mosè giovane principe egizio, guidò una spedizione militare nella città di Meroe, al tempo chiamata Saba. L’insediamento urbano sorgeva vicino alla confluenza di due grandi fiumi ed era circondato da un formidabile muro e governato da un re rinnegato. Al fine di proteggere i suoi uomini, Mosè ideò uno stratagemma; ogni soldato avrebbe portato un cesto contenente un Ibis per far uccidere i serpenti dal morso velenoso che si trovavano in quei luoghi.
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Il piano ideato non servì, poiché la città cadde a causa del tradimento della figlia del re che accettò di consegnare la città a Mosè, a patto di convolare a nozze con lui. Le piramidi Nubiane sono circa 220 e furono costruite e utilizzate come tombe. La proporzione fisica delle piramidi Nubiane differisce molto dalle piramidi egizie: le prime sono costruite a gradoni e sono alte dai sei ai trenta metri con basi raramente più larghe di otto metri. Tutte le tombe delle piramidi Nubiane furono saccheggiate in tempi antichi, ma le sculture esistenti sulle mura delle tombe ci fanno comprendere che i loro occupanti erano mummificati, coperti di gioielli e deposti in sarcofagi di legno. Durante gli scavi archeologici del XIX e XX secolo vennero rinvenuti resti di archi, faretre, frecce, attrezzature per cavalli, vetri colorati e stoviglie. Un’altra meraviglia africana è rappresentata dall’area archeologica di Leptis Magna, una vera e propria capitale nel deserto con le sue enormi ricchezze: l’avorio, le gemme preziose, l’olio delle sue campagne, il tutto arricchito da monumenti stupendi.
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Il luogo si presenta agli occhi del visitatore come un miraggio tra le dune, e così doveva apparire Leptis ai marinai che giungevano in vista della costa libica, una striscia di sabbia disabitata affacciata sul Mediterraneo. Il periodo più florido della città fu quello della prima età imperiale, lo testimonia l’immagine dello splendido teatro, in origine contornato di statue, ed il grande mercato, uno dei più belli dell’ antichità. Un’altra opera spettacolare è rappresentata dall’anfiteatro che invece di ergersi dal suolo sprofonda nella terra. Grandiose risultano le terme costruite dall’imperatore Adriano. Fu tuttavia l’imperatore Settimio Severo a costruire gli edifici più belli della città, l’arco che magnificava la dinastia imperiale, la via colonnata ed il complesso del foro. Il tempo purtroppo ha ricoperto per lunghi periodi questi magnifici edifici con la sabbia tanto che il luogo venne chiamato: “La città delle ombre bianche”, poiché i ruderi che affioravano dalle dune davano l’idea di fantasmi nel deserto.