RAFFAELLO 1520-1483
ROMA, SCUDERIE DEL QUIRINALE
5 MARZO - 2 GIUGNO 2020
OLTRE DUECENTO OPERE PER CELEBRARE RAFFAELLO
A cura di Silvana Gatti
“Sì, da Vinci ci ha promesso il Cielo […], ma Raffaello ce lo ha dato”.
Pablo Picasso
La mostra su Raffaello è stata inaugurata il 3 marzo, alle Scuderie del Quirinale, dal capo dello Stato Sergio Mattarella e dalle più alte cariche istituzionali insieme ai rappresentanti dei principali Paesi esteri che hanno dato il loro contributo con prestiti straordinari. Purtroppo è rimasta aperta soltanto per pochissimi giorni in seguito alle disposizioni governative anti assembramenti a causa del coronavirus. Fortunati quindi i primi visitatori che hanno potuto immergersi in una rassegna che ha richiesto ben tre anni di lavoro. Fortunatamente vengono in soccorso degli appassionati gli strumenti virtuali, e con l’hashtag #RaffaelloOltreLaMostra è possibile ascoltare il racconto dei curatori e partecipare comodamente da casa agli incontri ospitati a palazzo Altemps prima dell’apertura al pubblico dell’esposizione. Da Silvia Ginzburg, che affronta il tema della giovinezza di Raffaello, ad Antonio Natali, che racconta il periodo fiorentino del pittore, fino ad Alessandro Zuccari, che ne approfondisce l’attività nella Capitale. Numerosi i contributi dei curatori della mostra e di importanti studiosi che, attraverso pillole video, documentano le opere e le grandi tematiche relative all’arte di Raffaello.
La serie, introdotta dalla curatrice Marzia Faietti con “Qualche ragione, tra le tante, per amare Raffaello”, parte con Matteo Lafranconi, curatore e Direttore di Scuderie del Quirinale, cominciando dal punto in cui parte il percorso espositivo, con “La morte di Raffaello”. A seguire, i co-curatori Francesco Di Teodoro e Vincenzo Farinella approfondiscono la Lettera a Leone X, il progetto di Villa Madama, il rapporto di Raffaello con l’antico, con i suoi committenti e gli anni della gioventù. Infine, lo studioso Achim Gnann presenta una riflessione su “Raffaello e Giulio Romano”. Le attività online proseguono con l’hashtag #RaffaelloInMostra: video-passeggiate all’interno delle sale, arricchite da dettagli e curiosità sulle opere, e incursioni nel backstage, con il racconto dell’allestimento della rassegna. Per effetto del nuovo decreto della presidenza del Consiglio dei ministri sull'emergenza coronavirus le Scuderie rimarranno chiuse al pubblico "fino a nuove disposizioni governative". Le Scuderie del Quirinale - spiega una nota - forniranno "una pronta comunicazione delle indicazioni sulla politica di rimborso dei biglietti e su eventuali nuove date di esposizione". L’evento ricorre a cinquecento anni dalla morte di Raffaello Sanzio, sommo artista del Rinascimento che morì a Roma, città in cui l’urbinate espresse il suo talento artistico, a soli 37 anni di età. Alle Scuderie sono stati riuniti più di cento capolavori autografi o riconducibili a ideazione raffaellesca tra dipinti, cartoni, disegni, arazzi, progetti architettonici. A questi si affiancano altrettante opere di confronto e di contesto (sculture e altri manufatti antichi, sculture rinascimentali, codici, documenti, preziosi capolavori di arte applicata) per un totale di 204 opere in mostra, 120 dello stesso Raffaello tra dipinti e disegni. L'evento rappresenta il progetto di punta del programma approvato dal Comitato Nazionale, istituito dal Ministro Dario Franceschini e presieduto da Antonio Paolucci, in occasione delle celebrazioni mondiali per il quinto centenario della scomparsa dell’artista rinascimentale, avvenuta il 6 aprile del 1520 a Roma. Un evento unico che mira a documentare l’arte di Raffaello, rimasta per quattro secoli base indiscussa del canone artistico occidentale. Realizzata dalle Scuderie del Quirinale insieme alle Gallerie degli Uffizi, la mostra è curata da Marzia Faietti e da Matteo Lafranconi con il contributo di Vincenzo Farinella e Francesco Paolo Di Teodoro. Il progetto ha beneficiato della collaborazione con la Galleria Borghese, il Parco Archeologico del Colosseo e i Musei Vaticani. La rassegna presenta capolavori provenienti dalle collezioni dei più importanti musei e collezioni nazionali ed internazionali. Gli appassionati sperano vivamente in un prolungamento della mostra che vada oltre la fine della pandemia da coronavirus, al fine di poterla visitare personalmente. Nella città dei Papi, della Curia, dei committenti pontifici, degli umanisti, degli scienziati e dei letterati, molti dei quali furono suoi amici, Raffaello visse dal 1509 al 1520. Furono undici anni molto produttivi durante i quali diede libero sfogo al suo talento sperimentando anche un nuovo linguaggio che lo innalzò al pari di Michelangelo quale massimo artista del Rinascimento maturo. La mostra, pur soffermandosi particolarmente sul periodo romano, documenta tutta la vasta produzione creativa dell’urbinate: dalle arti plastiche a quelle decorative, dall’antiquaria all’architettura fino all’urbanistica. Molti furono i compiti che Raffaello fu chiamato ad assolvere durante il periodo romano e fino alla sua improvvisa scomparsa: condurre gli scavi; studiare e conservare le vestigia urbane di Roma antica; sovrintendere il cantiere della basilica di San Pietro; perfezionare lo studio e il metodo della pittura, amata e richiesta dai più importanti committenti per la sua naturalezza e inarrivabile armonia. La morte di Raffaello ha rappresentato la drastica fine dell’età dell’oro fiorita a Roma sotto papa Leone X, pontefice definito da Pietro Aretino come “l’inventore della grandezza dei papi”. La sua morte interruppe drasticamente il progetto di una ricostruzione grafica “per regioni” della Roma antica; un’operazione avviata negli ultimi mesi di vita, che prometteva di diventare la base di un riscatto della gloria di Roma. Il senso di questo progetto è descritto nella celebre Lettera a Leone X, visibile anche on line, scritta da Raffaello insieme a Baldassarre Castiglione (diventata fondamento teorico della moderna idea di tutela dei beni culturali) e presentata in mostra nel prezioso esemplare manoscritto dell’Archivio di Stato di Mantova. La mostra propone un percorso a ritroso che partendo dal 6 aprile 1520, giorno della sua morte, ripercorre l’avventura creativa di Raffaello, da Roma a Firenze, da Firenze all’Umbria, fino alle radici urbinati. Il tutto parte dalla riproduzione a grandezza naturale della monumentale tomba di Raffaello al Pantheon commissionata per l’occasione alla FACTUM FOUNDATION FOR DIGITAL TECHNOLOGY IN CONSERVATION, leader mondiale dei rilievi digitali legati alla conservazione del patrimonio. Un percorso a ritroso, dichiarato sin dal titolo sul manifesto della mostra con l’inversione delle date, dalla morte verso la grazia e la “leggiadria” di un artista unico. Interessante è l’installazione multimediale a cura di Alessandro Viscogliosi e realizzata da Katatexilux, dedicata alla ricostruzione della Pianta di Roma antica, la grande impresa archeologico-architettonica che Raffaello lasciò incompiuta alla sua morte, lasciando delusi umanisti ed eruditi. Importante il grande ritratto del papa Leone X, inviato a Firenze nel 1518 per rappresentare il pontefice, impossibilitato a spostarsi, alle nozze del nipote Lorenzo duca di Urbino con la nobildonna francese Madeleine de La Tour d'Auvergne (parente del re di Francia Francesco I), dalla cui unione nacque Caterina de' Medici. Il restauro del Ritratto di papa Leone X di Raffaello da parte dell’Opificio delle Pietre Dure (OPD) deriva dalla collaborazione dell’Istituto con le Gallerie degli Uffizi, ulteriormente potenziata dal recente accordo per cui l’OPD collabora pienamente al progetto di conservazione di quella straordinaria collezione in maniera continuativa e non occasionale.
In questo dipinto il papa, vestito col camauro, la mozzetta e una veste di velluto bordata di pelliccia e riccamente decorata, è seduto a un tavolo coperto da un drappo rosso sulla sedia camerale sul cui pomello si vede un riflesso della finestra e della stanza. La composizione è in diagonale, ed il papa è intento alla lettura di un manoscritto miniato (un libro d'ore), lente d'ingrandimento alla mano, vicino a una campanella riccamente ornata a cesello, usata per chiamare i servitori e i cortigiani. Gli oggetti sul tavolo documentano i gusti raffinati del Papa mecenate. Dietro di lui nella composizione stanno due cardinali cugini, Giulio de' Medici (futuro Clemente VII, a sinistra) e Luigi de' Rossi (a destra), immobili per sottolineare il carattere "storico" della rappresentazione. Queste due figure, aggiunte in un secondo momento (come testimonia l'assenza di disegno sottostante), sono solitamente riferite a un aiuto di bottega, magari Giulio Romano: il ritratto acquisì quindi poco dopo anche il valore di esaltazione dinastica. I personaggi rivelano una notevole familiarità, col gesto del cardinal de' Rossi che poggia le mani sullo schienale della sedia e guarda direttamente il fruitore dell’opera, come se ne percepisse la presenza; gli altri sguardi invece divergono, quasi ad amplificare lo spazio su molteplici direttrici. Colpiscono i colori, basati su una stupenda "sinfonia dei rossi", dal purpureo del copricapo di velluto, alle sete cardinalizie dai toni vivaci, fino allo scarlatto del drappo lanoso sul tavolo e alla tinta sanguigna delle frange e della stoffa sulla sedia. Tra i ritratti è importante citare il bellissimo Ritratto di Baldassarre Castiglione, poeta e amico fraterno di Raffaello, e l’Autoritratto con un amico. Molte le opere a sfondo religioso eseguite su commissione, come le celebri Madonne. Amante delle donne, è molto bello il ritratto della Fornarina, opera da lui eseguita senza committenza. L'identità della modella è controversa. Prevale tuttora l'identificazione con Margherita Luti, figlia di un fornaio di Trastevere che sarebbe stata in quel periodo la donna amata da Raffaello e passata quindi alla storia col nome di "Fornarina". Una donna non bella ma realistica, idealizzata con una pittura molto tenue e delicata al fine di immortalare per sempre la sua amata. Non poteva mancare in mostra il celebre Autoritratto di Raffaello, universalmente conosciuto e riprodotto su tutti i libri di scuola. Emozionante, per i fortunati visitatori, vederlo dal vivo. Numerosi inoltre i disegni, gli schizzi e i bellissimi arazzi. |
La cultura antiquaria di Raffaello e la sua capacità di attualizzarla in progetti moderni è documentata anche nella sezione architettonica, dove è presente la ricostruzione in 3D della facciata del perduto Palazzo Branconio, a cura di Francesco Paolo Di Teodoro realizzata da Opera Musei Fiorentini e prodotta in collaborazione con il Centro Studi Vitruviani e il Comune di Fano. Va infine citata la riproduzione in 3D, di nuovo a cura di FACTUM FOUNDATION FOR DIGITAL TECHNOLOGY IN CONSERVATION, del cartone raffaellesco preparatorio per l’arazzo Il Sacrificio di Listra (presente in mostra in prestito dai Musei Vaticani), realizzato su concessione della Royal Collection e in collaborazione con il Victoria & Albert Museum di Londra. Nell’attesa di nuove direttive da parte del Governo, è possibile una visita virtuale alla mostra attraverso il sito https://www.scuderiequirinale.it/media/una-passeggiata-in-mostra
In un periodo come questo, in cui è richiesto di stare a casa, anche la lettura di un buon libro può accompagnarci in una passeggiata culturale di sicuro effetto. In occasione dei Cinquecento anni dalla morte di Raffaello e della grande mostra RAFFAELLO 1520-1483, SKIRA pubblica, oltre al catalogo dell’esposizione, tre volumi dedicati al sommo artista del Rinascimento.
Costantino D’Orazio – Raffaello Il giovane favoloso
Storie, aneddoti e retroscena in un racconto alla scoperta di un Raffaello "privato". In questo libro, lo storico dell’arte Costantino D’Orazio fa parlare i personaggi che Raffaello ha ritratto nei suoi dipinti: attraverso la voce dei suoi amici e compagni di strada, ci racconta il lato più privato della personalità e della vita del pittore, quello che può risultare a tratti inconfessabile, a partire dalle storie e dalle parole delle persone a lui più vicine, quelli che l’artista ha amato, stimato e ritratto come nessun altro.
Luca Nannipieri – Raffaello - Il trionfo della ragione
La modernità di Raffaello e il suo stile prettamente rinascimentale che pone l’uomo (e il suo spazio) al centro del mondo. L’uomo è più importante di Dio. Sembra scritto questo nell’opera che riteniamo più importante di Raffaello, lo Sposalizio della Vergine, conservata alla Pinacoteca di Brera. Guardando la scena, paradossalmente, centrale non è Dio, non è il suo racconto, ma è l’opera dell’uomo.
Valerio Terraroli – Raffaello - Lettera a papa Leone X
La celebre lettera di Raffaello a papa Leone X sulla protezione e conservazione degli edifici antichi. Il volume, con un’introduzione di Valerio Terraroli, ripropone la celebre lettera scritta nel 1519 da Raffaello Sanzio e Baldassar Castiglione e indirizzata a papa Leone X sul tema della protezione e dello studio delle antiche vestigia di Roma. La missiva avrebbe dovuto essere la prefazione di una raccolta di disegni degli edifici della Roma imperiale eseguita dal pittore su incarico del pontefice.