“ARTE ED ESOTERISMO VII”

Un’altra storia, si diceva all’inizio di questa avventura intitolata “7”, a proposito di un certo Karl Wilhelm Diefenbach, il principale antesignano del movimento della Lebensreform nel mondo tedesco alla fine del XIX secolo. Un’altra storia che parte da un giovane che risponde al nome di Hugo Reinhold Karl Johann Höppener, influenzato profondamente dalle teorie di Diefenbach e che ne diventa il discepolo più fedele, meritando il suo soprannome di Fidus (il confidente). Per aspera ad astraNasce a Lubecca nel 1868, esattamente un secolo prima della rivoluzione che ha visto coinvolti migliaia di giovani, artisti e liberi pensatori dalle diverse latitudini, geografiche e di pensiero. Dopo un’infanzia incoraggiata dai genitori alla pratica in ambito artistico, si trasferisce nel 1887 a Monaco di Baviera ed entra nell’orbita del pittore socialista ed apostolo vegetariano della natura di cui sopra: la mitologia nordica, il culto del sole, l’energia della gioventù pagana sono l’humus da cui trae ispirazione il visionario creatore di opere profondamente evocative come Lichtgebet, Vom Himmel, Tempel Der Zweieinheit, etc.
Si lascia crescere i capelli, vive in modo spartano adottando anch’egli il regime alimentare basato sul consumo di soli vegetali, dipinge nudo o coperto di soli abiti in lana. E’ legatissimo ai figli del Meister, Stella, Helios e Lucidus. La vicinanza all’Ordo Novi Templi di Jörg Lanz von Liebenfels, di cui Diefenbach è famiglio, gli permette di vedere pubblicati alcuni suoi lavori come copertine della rivista ariosofica Ostara (la dea pagana della Primavera), veicolo dell’ordine esoterico. Nel 1887 Fidus comincia a lavorare insieme al suo amico e mentore ad una tela lunga sette metri con profili intitolata “Per aspera ad astra”; il braccio destro di Diefenbach è paralizzato, e Fidus dipinge per lui. L'opera (basata sul poema composto appunto da Wilhelm) descriveva la ricerca dell’Eden da parte di un padre senza casa insieme a suo figlio; una ricerca che li porta nei pressi di un grande tempio fuori del quale si scatena una processione quasi interminabile di bambini che giocano e danzano con animali e con fiori, rami, strumenti musicali: una meravigliosa visione di armonia e purezza primordiale. Un’eco dei Wandervogel (uccello vagabondo, in tedesco), movimento giovanile in empatia costante con l'ambiente naturale, che sottolineava la libertà dal mondo degli adulti, lo spontaneismo, ma anche la responsabilità di ognuno nei confronti di tutti gli altri, oltre che lo spirito di avventura, adottando un approccio nazionalistico impostato sulla tradizione e sottolineando le radici teutoniche, mitiche e pagane della Germania. Giovani che non si identificano nello Stato centralizzato di marca prussiana e non si entusiasmano per le celebrazioni ufficiali di Stato, ma ricercano le proprie radici in un passato mitico, celebrando il solstizio d’es-tate attorno ad un fuoco nel bel mezzo di una radura nel bosco.
“Riconosci il tuo Sé!
Dentro di TE vi è un dio,
Cielo e Paradiso,
La casa del tuo spirito, la tua anima,
Il felice splendore della terra,
l'eterna immensurabilità dell'Universo,
Giace nascosto come embrione nel petto di ogni uomo
Riconosci il tuo Sé!
Solo la percezione della tua divinità
Libera dai legami e dalle maledizioni
Di errori, di crimini, di miseria senza nome
Dalla violazione del tuo sé e madre Terra!
Divieni il Dio della vita e saluta
Il Dio dell'amore e Supremo Dio
La primavera eterna della NATURA divina"
Il sodalizio con Diefenbach è però vessato dai continui controlli delle autorità che male giudicano uno stile di vita troppo libero e Fidus (arrestato per nudismo come il suo maestro) decide di muovere i passi all’interno dell’Accademia, allontanandosi dal maestro, seppur mai rinnegandolo. Terminata la scuola si trasferisce a Berlino: la Teosofia di madame Helena Blavatsky alimenta le sue letture ed immaginazioni, anticipando i temi che farà suoi in futuro apprezzando lo stesso Rudolf Steiner e la sua Antroposofia, costola indipendente (e ribelle) della prima. Corre l’anno 1892 e disegna il suo primo tempio: il tempio di Lucifero. “... Il mio Lucifero non è un avversario o un attaccabrighe, o un ribelle ma il più vecchio figlio di Dio che deve attizzare l'auto-coscienza. Nessun diavolo puzzolente dei preti! Perché nei suoi dei l'uomo dipinge sé stesso! Così come nei suoi diavoli, una parola che fu costruita dalla parola dubbi - che naturalmente sono i primi errori dello spirito originario o Prometeo nato con un corpo terrestre”.
Fidus amava definirsi “un artista della Luce”. La Luce e il Sole hanno infatti un ruolo preponderante nella sua opera. Fidus è convinto che leggende della religione e della mitologia simbolizzino tutte lo stesso ideale. Sono figure magico-eroiche, Lucifero e San Michele, “due cavalieri sacri che si manifestano come rappresentazione della religiosità popolare pagana e cristiana, varie apparizioni di un carattere meta-temporale, meta-storico, in due culture che si stavano combattendo una contro l'altra”. L’artista esoterico è, laddove illuminato, guidato da una visione prossima al viaggio iniziatico dell’eroe: attraverso l’arte la crescita personale e conseguentemente collettiva tramite l’opera, si consegue il perfezionamento spirituale e cognitivo che conduce al mondo sovrasensibile, invisibile (ai più), ma non per questo meno reale. Microcosmo e macrocosmo sono indissolubilmente legati l’uno all’altro: l’uomo e la donna vivono nelle illustrazioni di Fidus come simboli di energia cosmica incarnata in veicoli terrestri, vitali, legati ai ritmi della natura. Sono stelle sulla terra.  L’ideale templare, forte tra i confratelli e gli amici dell’O.N.T. caratterizza negli anni il lavoro di Fidus (anche sulla pubblicazione Jugend), cristallizandosi in una concezione purificatrice ed al contempo redentrice dell’arte: “Il mio ideale di belle arti è il tempio di una nuova fede, il luogo dove l'arte è accessibile nella sua interezza alla popolazione. Solo questa arte è grande poiché dà una Im Tempel der Zweieinheitrisposta alla gente nelle sue domande più sacre e più segrete e quindi più generali, sia con il suono, le parole, o le immagini.”
Fidus sogna una rinascita religiosa e crea nella sua propria mente una nuova chiesa, una nuova religione. I suoi piani per i templi popolari “saranno usati per ricostruire nuovi luoghi religiosi quando le vecchie chiese crolleranno, sotterrando sotto di loro i credi dogmatici”, scrive Heinrich Polte. Tutto questo non accade nel reale, ma le sue opere continuano ad evocare arcano stupore anche in chi le vede per la prima volta e si può considerare digiuno in ambito artistico: come dice Michele Loffredo: “l’arte travalica tempo e spazio, attraverso i fili invisibili delle tradizioni esoteriche artisti di secoli lontani abitano una dimensione parallela. Utilizzando mezzi comuni, strumenti materiali, fisici, il loro occhio è rivolto oltre le apparenze, direttamente all’immutabile mondo degli archetipi, rappresentato dal simbolo e dal mito, che ha la fondamentale funzione di offrire immagini che aiutano il progresso dello spirito. L’arte può sollevare dalla dimensione terrena e proiettare all’interno di un disegno cosmico nel quale ritrovare il senso dell’esistere, rinnovare delle coscienze e distillare lo spirito.”