Il pensiero simbolista attraverso i suoi artisti
Dipingere fa parte della poesia, e la felicità è data dallo scoprire gradualmente il mistero che costituisce il simbolo,offrendoci la possibilità di sognare”. Questo pensiero appartiene a Stéphane Mallarmé, poeta simbolista, innamorato di questa nuova tendenza artistica che possedeva un proprio stile ed un particolare gusto, capace di affermarsi e diffondersi in ogni nazione d’Europa sul finire dell’ottocento. Il Simbolismo rappresentò una visione poetica e sognatrice che si pose in antagonismo alla spettacolare narrativa della pittura accademica, ma anche alle tendenze naturalistiche degli artisti realisti ed impressionisti. I simbolisti intesero superare le mere apparenze del reale per creare opere che fossero in grado di toccare le corde più profonde dell’animo umano, attraverso l’unione della pittura e della poesia. “Il poeta greco Esiodo, nella sua Teogonia,racconta che mentre era intento a pascolare le sue greggi nelle campagne di Ascra, un borgo della Beozia, gli apparvero le muse che gli infusero il dono della poesia”. Forse le vide attraverso un sogno; il sogno che rappresenterà un punto cardine nella pittura simbolista, insieme alla fugacità del tempo, la riflessione ed il mistero dei grandi miti. Sfogliando le pagine della storia, sembra che i simbolisti abbiano letto ed assimilato le teorie di Tommaso Moro, che nella sua opera:”L’Utopia”, propone la visione di un mondo diverso e fa sognare all’uomo una società migliore. Allo stesso modo ,Shakespeare è vicino ai simbolisti nel suo capolavoro “La Tempesta”, qui il Bardo lascia un messaggio universale :”Il sogno è l’elemento costante che ci accompagna nella tempesta della vita”. Analizzando gli artisti si scopre che Gustav Klimt , nella sua opera “il Fregio”, di alto contenuto simbolico, dipinge una scena ove il bene e il male si contrappongono evidenziando un desiderio di liberazione attraverso l’estasi che solo l’amore può donare.
Nel dipinto, l’elemento maschile , il cavaliere, si riflette su una figura femminile che rappresenta la poesia e attende il ritorno dell’uomo che dovrà compiere un viaggio agli inferi per sconfiggere le forze del male. Diversa la concezione simbolica di Pellizza Da Volpedo , che inserisce nella sua arte la tematica sociale di riscatto dei ceti più poveri.
La sua tela “il Quarto stato”, offre un esempio di spiritualismo, simbolismo ed idealismo tipico del suo tempo. Il quadro è dominato dal contrasto tra l’oscurità e la luce. La massa dei lavoratori che avanza lascia alle spalle la notte e si muove verso un avvenire che cambierà la storia del proletariato. Spicca la figura femminile, somigliante ad una statua greca, il suo incedere determinato infonde fiducia e forza a tutti gli uomini.
Con Pierre Puvis De Chavannes entriamo in un simbolismo legato al classicismo storico. Nell’opera “Le fanciulle in riva al mare” predomina un’atmosfera serena permeata in un paesaggio bucolico.
Gli stupendi sensuali corpi delle tre donne sono caratterizzati da alcune linee rigide che sembrano dividere il quadro in tre parti. La figura di donna tagliata a metà sembra evidenziare il cammino del tempo interrotto, suggerendo l’idea di un montaggio fotografico. La ricerca cromatica e la profondità dell’orizzonte pongono in rilievo l’idea dell’infinito e quel sogno che gli antichi greci definivano “Il respiro del tempo”. Tra gli artisti di formazione romantica approdati al simbolismo spicca la figura di Gustave Moreau. Nella sua opera “L’Apparizione” egli riesce a rievocare ed interpretare con originalità la storia biblica di Salomè, la principessa che aveva ammaliato il Re Erode eseguendo per lui la danza de sette veli in cambio della testa di Giovanni il Battista.
Dopo un’attenta lettura del testo Sacro, Moreau dipinse Salomè come una donna fatale, con il braccio sinistro innalzato per additare ed ordinare la morte. Un misterioso potere sembra tenere la testa del Battista sollevata, non posata su un vassoio come ci viene tramandato. Il dipinto è avvolto da una profonda luce dal colore sanguigno che irradia la profondità del luogo e lascia intravedere sulla sinistra la figura del carnefice: Erode sul trono. Osservando il quadro sembra di addentrarsi in una dimensione irreale, dominata da un sogno simbolico, ove le forme sembrano dissolversi e la tela assume un contorno da “quinta” di teatro.
Nel dipinto, l’elemento maschile , il cavaliere, si riflette su una figura femminile che rappresenta la poesia e attende il ritorno dell’uomo che dovrà compiere un viaggio agli inferi per sconfiggere le forze del male. Diversa la concezione simbolica di Pellizza Da Volpedo , che inserisce nella sua arte la tematica sociale di riscatto dei ceti più poveri.
La sua tela “il Quarto stato”, offre un esempio di spiritualismo, simbolismo ed idealismo tipico del suo tempo. Il quadro è dominato dal contrasto tra l’oscurità e la luce. La massa dei lavoratori che avanza lascia alle spalle la notte e si muove verso un avvenire che cambierà la storia del proletariato. Spicca la figura femminile, somigliante ad una statua greca, il suo incedere determinato infonde fiducia e forza a tutti gli uomini.
Con Pierre Puvis De Chavannes entriamo in un simbolismo legato al classicismo storico. Nell’opera “Le fanciulle in riva al mare” predomina un’atmosfera serena permeata in un paesaggio bucolico.
Gli stupendi sensuali corpi delle tre donne sono caratterizzati da alcune linee rigide che sembrano dividere il quadro in tre parti. La figura di donna tagliata a metà sembra evidenziare il cammino del tempo interrotto, suggerendo l’idea di un montaggio fotografico. La ricerca cromatica e la profondità dell’orizzonte pongono in rilievo l’idea dell’infinito e quel sogno che gli antichi greci definivano “Il respiro del tempo”. Tra gli artisti di formazione romantica approdati al simbolismo spicca la figura di Gustave Moreau. Nella sua opera “L’Apparizione” egli riesce a rievocare ed interpretare con originalità la storia biblica di Salomè, la principessa che aveva ammaliato il Re Erode eseguendo per lui la danza de sette veli in cambio della testa di Giovanni il Battista.
Dopo un’attenta lettura del testo Sacro, Moreau dipinse Salomè come una donna fatale, con il braccio sinistro innalzato per additare ed ordinare la morte. Un misterioso potere sembra tenere la testa del Battista sollevata, non posata su un vassoio come ci viene tramandato. Il dipinto è avvolto da una profonda luce dal colore sanguigno che irradia la profondità del luogo e lascia intravedere sulla sinistra la figura del carnefice: Erode sul trono. Osservando il quadro sembra di addentrarsi in una dimensione irreale, dominata da un sogno simbolico, ove le forme sembrano dissolversi e la tela assume un contorno da “quinta” di teatro.