Pier Toffoletti "Fearless"
PAN - Palazzo delle Arti di Napoli
a cura di Marina Guida
Tutto ciò che vuoi è dall’altra parte della paura.
Jack Canfield
a cura di Marina Guida
Tutto ciò che vuoi è dall’altra parte della paura.
Jack Canfield
Pier Toffoletti nasce nel 1957 in provincia di Udine. La sua pittura ama il corpo e lo sguardo e dalle sue tele dinamiche ed espressive, emerge la presenza viva delle persone ritratte. Fondendo il figurativo e l’informale - la pittura gestuale e le sapienti sgocciolature di colore, il controllo e l’indeterminatezza - le opere di Toffoletti si presentano come delle istantanee pittoriche. La relazione tra pittura e fotografia è il filo rosso che si dipana in queste tele, che nella vivacità vibrante di certi improvvisi tocchi di colore e nelle libere ed avvolgenti pennellate, lanciano una sfida a certa pittura di maniera. La gamma cromatica, è prevalentemente caliginosa, in certi tratti il colore è quasi steso di piatto, puro, privo di velature e sfumature. Nero. Marrone. Qualche tocco di bianco assoluto. Il movimento delle pennellate sulla superficie della tela è vigoroso. Ampio. Trasgredisce così, la leziosità e rifugge il decorativismo più lezioso.
In questo progetto, dal titolo “Fearless”, senza paura, Toffoletti dà prova di questa sua capacità ritrattistica ed omaggia delle donne impavide e le loro storie particolari e difficili. Nove tele di grandi dimensioni dedicate a figure femminili, alcune finite sotto la luce dei riflettori delle cronache, altre no, ma tutte accomunate dall’essere delle donne fuori dal comune che hanno contribuito con le loro azioni alla lotta all’emarginazione, alla discriminazione, alla negazione dei diritti. Sono donne e ragazze che si sono spese in favore dell’evoluzione e dell’avanzamento sociale. Nelle loro storie, troviamo gesti eclatanti, ma anche piccole, sebbene significative, sfide quotidiane; in qualche caso, invece, siamo di fronte a casi di vero e proprio attivismo. Sono tanti e diversi, i loro volti e i loro sguardi. Balkissa Chaibou è una ragazza del Niger che si è rifiutata di sposarsi a 12 anni e che ha dovuto combattere per anni per evitare che la famiglia decidesse per lei e le imponesse il cugino come marito. Secondo un rapporto Unicef, il numero di matrimoni combinati tra minorenni nelle zone più retrograde del mondo, è ancora altissimo. Le ragazze musiciste dell'Orchestra di Zohra, un’orchestra tutta al femminile, rischiano la vita in Afghanistan per portare avanti il loro sogno: suonare. In un Paese, in cui le donne devono lottare tutti i giorni per l’affermazione anche dei più elementari diritti, questo sembrava un sogno quasi impossibile da realizzare e invece grazie alla tenacia e alla forza di Negin Khpalwak, questo progetto che nasce come un piccolo gruppo di musica da camera, nel giro di pochi anni è cresciuto fino a coinvolgere più di trenta musiciste. Oggi La Zhora Orchestra diretta da Negin Khpalwak è un ensamble sinfonico di trentacinque elementi, tutto al femminile, che fonde musica occidentale e tradizionale. Nel 2013 Negin si è esibita al Carnegie Hall di New York e al Kennedy Center di Washinton, questa giovane donna rappresenta, la vittoria della cultura, sulla barbarie. Tess Asplund, una 42enne di origini africane, di adozione svedese, è la protagonista nel 2016 di un gesto coraggioso, che ha fatto il giro del mondo, quando ha marciato da sola e silenziosamente con il pugno chiuso alzato ad un raduno di estrema destra in Svezia, tra le vie della cittadina svedese Borlange, bloccando la strada a 300 neonazisti, per dire no all’intolleranza e alla violenza. “Ho agito d’istinto - ha, poi raccontato - Ero così arrabbiata che sono scesa in strada e mi sono messa di fronte a loro. Pensavo: no, il neonazismo non può marciare qui, non va bene, non è giusto. Volevo fermare il corteo”. Oggi ricopre la carica di vicepresidente dell'associazione Fokus Afrofobi, vicina alla causa degli immigrati. Yusra Mardini, è nata in Siria a Damasco, il suo sogno è sempre stato quello di diventare una nuotatrice , sport che pratica da quando aveva tre anni insieme a sua sorella Sarah e a suo padre. Prima dello scoppio della guerra civile in Siria, Yusra aveva rappresentato la Siria ai Campionati mondiali di nuoto in vasca corte 2012 in Turchia.
Dopo lo scoppio della guerra civile, diventa impossibile continuare ad allenarsi anche la piscina dove si allenava viene bombardata, il suo paese viene devastato dai bombardamenti, è costretta a fuggire insieme alla sua famiglia. Dopo circa un mese di cammino che la conduce in Libano, una notte con la sua famiglia, s’imbarca su un gommone diretto verso l’isola di Lesbo. Per l’eccesso di sovraffollamento il natante incomincia ad imbarcare acqua. Lei e sua sorella, si tuffano in acqua e trainano a nuoto il gommone verso la riva. Il loro sforzo, durato tre ore e trenta minuti, permette al gruppo di profughi di salvarsi da un naufragio e raggiungere le coste greche. Nessuno sapeva nuotare, tranne loro. Oggi vive a Berlino, dove dal 2016 ho ottenuto lo status di rifugiato. Nel settembre del 2016 davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Yusra, ha invocato il diritto dei rifugiati ad avere accesso a una sistemazione sicura, all’istruzione, a mezzi di sussistenza e a opportunità di formazione. Ha partecipato, - grazie all'iniziativa del Comitato Olimpico Internazionale - alle Olimpiadi di Rio de Janeiro nel 2016 nella squadra degli atleti rifugiati. La quindicenne svedese Greta Thunberg nel 2018 è rimasta seduta per settimane davanti al parlamento di Stoccolma per protestare contro l’inattivismo della classe politica rispetto alla grave questione del riscaldamento globale. In una sua famosa intervista dichiara: “Se i politici non fanno niente, è mia responsabilità morale fare qualcosa. E poi perché dovrei andare a scuola? I fatti non contano più. Se i politici non ascoltano gli scienziati, perché mai dovrei studiare?”
La giovanissima attivista svedese (sedici anni) ha tenuto un discorso alla sessione plenaria della Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite di Katowice, accusando i governi di non prendere decisioni adeguate alla gravità dei cambiamenti climatici. La scacchista ucraina Anna Muzy- chuk, campionessa mondiale in carica, nel 2017 ha annunciato tramite i suoi canali social, di non voler più difendere i suoi titoli nei Mondiali in Arabia Saudita - “Perdo i miei due titoli mondiali solo perché ho deciso di non andare in Arabia Saudita, di non giocare con le regole di altri, di non mettermi l’abaya, di non dover andare per strada accompagnata con qualcuno, per, in sintesi, non sentirmi una persona secondaria. Sono preparata a lottare per i miei principi e saltare questo mondiale, in cui avrei potuto guadagnare più che in una dozzina di competizioni messe assieme. Tutto ciò è assai molesto, ma la cosa più terribile è che a nessuno interessi” - boicottando di fatto la manifestazione, perché si rifiuta di portare l’abaya (la tunica d’ordinanza in alcuni paesi musulmani) perchè vuole sentirsi una creatura di seconda categoria. Lidia Vivoli, invece, è una delle ventimila donne che ogni anno denunciano violenze da parte dei loro compagni. Lidia è sopravvissuta all’aggressione del suo uomo che l’ha ridotta in fin di vita. Va ricordato che l’Italia è il paese europeo che detiene il triste primato di femminicidi. In Italia, una donna viene uccisa ogni due giorni. Nel 2018 Lidia ha deciso di diramare le fotografie dei segni della violenza subita, denunciando la paura e la solitudine delle vittime, esprimendo vicinanza e solidarietà a chi non ha il coraggio della denuncia. Gessica Notaro, ex finalista del concorso di Miss Italia, fu aggredita con l’acido dal suo ex-fidanzato e nonostante i molteplici interventi al viso purtroppo non potrà recuperare l’occhio. Impavida, con le sue presenze nei media dà un esempio di forza e di positività alle donne che si trovano nella sua condizione. Beatrice Vio, detta Bebè, all’età di undici anni le vengono amputate gambe e gli avambracci, in seguito ad una meningite fulminante. La sua grande ed esemplare voglia di vivere e di riscatto la portano un anno dopo, grazie a particolari protesi, a riprendere l’attività di schermitrice ed a conquistare molteplici campionati italiani ed europei. Nel 2016 corona il sogno di ogni atleta e vince ai XV Giochi Paraolimpici di Rio De Janeiro la medaglia d’oro nella prova individuale.In questo progetto, l’artista seleziona attentamente, il suo personale Olimpo di Muse straordinarie, sia nel senso che sono fuori dal comune, dall’ordinario, sia perchè sono prove di eccezionale coraggio e forza. Toffoletti compone così un mosaico di rara bellezza, umana e sociale, intessendo un fil rouge che costituisce un valore aggiunto che va ben oltre la gradevolezza estetica delle singole opere e dei singoli ritratti delle protagoniste, e anche oltre la sua stessa abilità ritrattistica.
Fearless, è perciò, un evento speciale, perché è un atto di civiltà, prima ancora che un gesto artistico.