“due minuti di arte” - In due minuti vi racconto la storia di Umberto Boccioni, l’artista che ha catturato il movimento, per trasformarlo in capolavoro.
L'Italia, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento è stata la culla di pulsioni artistiche e tendenze utopistiche e innovative che hanno dato vita a fenomeni fondamentali come il divi-sionismo, il simbolismo e il futurismo. Dal 3 marzo al 10 giugno 2018 è possibile ripercorrere questi anni grazie alla mostra “Stati d'animo - Arte e psiche tra Previati e Boccioni”. In mostra opere di Giovanni Segantini, Gaetano Previati, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Angelo Morbelli, Medardo Rosso, Giacomo Balla, Giorgio de Chirico, Carlo Carrà e Umberto Boccioni. È di quest’ultimo che parlerò nel mio articolo, interprete onesto delle pulsioni e delle tensioni che daranno vita al futurismo, uno dei movimenti artistici che ha portato l’Italia nel gotha dell’arte mondiale. Vi racconterò la storia di un artista passionale, impulsivo, incapace di star fermo, che ha cercato di catturare il movimento per trasformarlo in arte. E forse, ci è riuscito.
1. Umberto Boccioni (Reggio Calabria 1882 – Verona 1916) è stato uno dei più importanti pittori e scultori italiani del Novecento. Viene considerato il più autorevole esponente del Futurismo, per quanto riguarda le arti visive. I suoi studi sul “dinamismo plastico” influenzeranno per lungo tempo l’arte del XX secolo.
2. Boccioni nasce a Reggio Calabria ma, a causa del lavoro del padre (usciere di prefettura) è costretto a spostarsi in molte città diverse nel corso dell’infanzia: Forlì, Genova, Padova, Catania. Non saranno le uniche mete nella vita di questo “artista viaggiatore”. Sarà proprio questo suo intenso girovagare ad aiutarlo a sviluppare quell’apertura mentale che renderà rivoluzionaria la sua ricerca artistica.
3. La prima forma d’arte a cui Boccioni si avvicina è però la letteratura: a diciotto anni (1900) pubblica infatti il suo primo romanzo, Pene dell’anima. Si avvicinerà alla pittura a vent’anni, dopo essersi trasferito a Roma nel 1901. Nella capitale conosce infatti gli artisti Gino Severini, Giacomo Balla (artista già affermato all’epoca) e Mario Sironi, con cui stringerà una decennale amicizia.
4. Neanche a Roma Boccioni riesce a stare fermo. Grazie al sostegno della famiglia intraprende un viaggio attraverso l’Europa, per conoscere le Avanguardie artistiche. Si reca a Parigi (1906), in Russia e a Monaco di Baviera. Tra un viaggio e l’atro, nel 1907 trova anche il tempo per iscriversi alla Scuola libera del Nudo del Regio Istituto di Belle Arti di Venezia.
5. Sarà Milano la città che trasmetterà a Boccioni quell’energia e quel dinamismo che condurrà alla nascita di uno dei movimenti artistici più importanti nella storia dell’arte italiana. Nel capoluogo lombardo comincia a frequentare il pittore Previati, che lo avvicinerà all’arte simbolista, ma conoscerà soprattutto Filippo Tommaso Marinetti e Carlo Carrà.
6. Con loro (e con gli artisti Luigi Russolo, Giacomo Balla e Gino Severini) Boccioni darà vita al Futurismo nelle arti figurative, grazie alla pubblicazione del Manifesto dei pittori futuristi nel 1909 a cui farà seguito il Manifesto tecnico del movimento futurista (1910).
7. Del resto la poetica artistica di Boccioni trova nel Futurismo e nei suoi ideali il naturale sbocco. La capacità di cogliere il movimento e il dinamismo nel dipinto e nella scultura è una delle chiavi di lettura principali per comprendere la tecnica dell’artista italiano. A Boccioni è attribuita infatti la paternità del “dinamismo plastico”, tecnica basata sulla rappresentazione della simultaneità del movimento nelle arti figurative. Ne è un magnifico esempio l’opera scultorea Forme uniche della con- tinuità nello spazio (1913). La trovate raffigurata sulla moneta da venti centesimi!
8. Oltre che artista di talento, Umberto Boccioni era anche un attento teorico dell’arte, a lui si devono due testi fondamentali per la comprensione dell’arte futurista: Pittura Scultura Futuriste e Dinamismo Plastico. Entrambe pubblicate nel 1914.
9. Nel 1915 l’Italia prende parte alla Prima Guerra Mondiale. I futuristi sono favorevoli all’intervento militare e Boccioni si arruola volontario assieme ad un gruppo di artisti nel Corpo nazionale volontari ciclisti automobilisti. Durante i mesi in trincea tuttavia l’artista si ricrederà circa l’eroismo guerriero e l’onore di poter combattere per la propria patria. Scriverà infatti all’amico Marinetti: la guerra “quando si attende di battersi, non è che questo: insetti + noia = eroismo oscuro….”.
10. Boccioni perderà la vita pochi anni dopo cadendo da cavallo nel 1916, a soli trentatré anni. La dinamica dell’incidente, banale nella sua tragicità, segna un netto distacco tra l’eroismo guerriero e le casualità dell’esistenza. Il 17 agosto del 1916 la cavalla su cui montava nel corso di un’esercitazione militare, si imbizzarrisce a causa del passaggio di un autocarro e disarciona l’artista che cade al suolo rovinosamente. L’impatto col terreno sarà fatale. Nel luogo dell’incidente, nella campagna di Chievo, frazione di Verona, una targa commemora ancora oggi l’accaduto.
1. Umberto Boccioni (Reggio Calabria 1882 – Verona 1916) è stato uno dei più importanti pittori e scultori italiani del Novecento. Viene considerato il più autorevole esponente del Futurismo, per quanto riguarda le arti visive. I suoi studi sul “dinamismo plastico” influenzeranno per lungo tempo l’arte del XX secolo.
2. Boccioni nasce a Reggio Calabria ma, a causa del lavoro del padre (usciere di prefettura) è costretto a spostarsi in molte città diverse nel corso dell’infanzia: Forlì, Genova, Padova, Catania. Non saranno le uniche mete nella vita di questo “artista viaggiatore”. Sarà proprio questo suo intenso girovagare ad aiutarlo a sviluppare quell’apertura mentale che renderà rivoluzionaria la sua ricerca artistica.
3. La prima forma d’arte a cui Boccioni si avvicina è però la letteratura: a diciotto anni (1900) pubblica infatti il suo primo romanzo, Pene dell’anima. Si avvicinerà alla pittura a vent’anni, dopo essersi trasferito a Roma nel 1901. Nella capitale conosce infatti gli artisti Gino Severini, Giacomo Balla (artista già affermato all’epoca) e Mario Sironi, con cui stringerà una decennale amicizia.
4. Neanche a Roma Boccioni riesce a stare fermo. Grazie al sostegno della famiglia intraprende un viaggio attraverso l’Europa, per conoscere le Avanguardie artistiche. Si reca a Parigi (1906), in Russia e a Monaco di Baviera. Tra un viaggio e l’atro, nel 1907 trova anche il tempo per iscriversi alla Scuola libera del Nudo del Regio Istituto di Belle Arti di Venezia.
5. Sarà Milano la città che trasmetterà a Boccioni quell’energia e quel dinamismo che condurrà alla nascita di uno dei movimenti artistici più importanti nella storia dell’arte italiana. Nel capoluogo lombardo comincia a frequentare il pittore Previati, che lo avvicinerà all’arte simbolista, ma conoscerà soprattutto Filippo Tommaso Marinetti e Carlo Carrà.
6. Con loro (e con gli artisti Luigi Russolo, Giacomo Balla e Gino Severini) Boccioni darà vita al Futurismo nelle arti figurative, grazie alla pubblicazione del Manifesto dei pittori futuristi nel 1909 a cui farà seguito il Manifesto tecnico del movimento futurista (1910).
7. Del resto la poetica artistica di Boccioni trova nel Futurismo e nei suoi ideali il naturale sbocco. La capacità di cogliere il movimento e il dinamismo nel dipinto e nella scultura è una delle chiavi di lettura principali per comprendere la tecnica dell’artista italiano. A Boccioni è attribuita infatti la paternità del “dinamismo plastico”, tecnica basata sulla rappresentazione della simultaneità del movimento nelle arti figurative. Ne è un magnifico esempio l’opera scultorea Forme uniche della con- tinuità nello spazio (1913). La trovate raffigurata sulla moneta da venti centesimi!
8. Oltre che artista di talento, Umberto Boccioni era anche un attento teorico dell’arte, a lui si devono due testi fondamentali per la comprensione dell’arte futurista: Pittura Scultura Futuriste e Dinamismo Plastico. Entrambe pubblicate nel 1914.
9. Nel 1915 l’Italia prende parte alla Prima Guerra Mondiale. I futuristi sono favorevoli all’intervento militare e Boccioni si arruola volontario assieme ad un gruppo di artisti nel Corpo nazionale volontari ciclisti automobilisti. Durante i mesi in trincea tuttavia l’artista si ricrederà circa l’eroismo guerriero e l’onore di poter combattere per la propria patria. Scriverà infatti all’amico Marinetti: la guerra “quando si attende di battersi, non è che questo: insetti + noia = eroismo oscuro….”.
10. Boccioni perderà la vita pochi anni dopo cadendo da cavallo nel 1916, a soli trentatré anni. La dinamica dell’incidente, banale nella sua tragicità, segna un netto distacco tra l’eroismo guerriero e le casualità dell’esistenza. Il 17 agosto del 1916 la cavalla su cui montava nel corso di un’esercitazione militare, si imbizzarrisce a causa del passaggio di un autocarro e disarciona l’artista che cade al suolo rovinosamente. L’impatto col terreno sarà fatale. Nel luogo dell’incidente, nella campagna di Chievo, frazione di Verona, una targa commemora ancora oggi l’accaduto.