Willow: Total-Pop
di Giorgio Barassi
Pop art totale: nel segno, nella efficacia e nel successo. Willow conferma le sue capacità di artista dopo una serie di affermazioni culminate nella fortunata mostra alla Fabbrica del Vapore di Milano, il suo più grande solo show finora, ed approda (il termine non è casuale) a Genova, città di mare e di navi, ad un evento per MSC Crociere. Ironico ed ormai iconico, Willow incarna il senso intimo della Pop art. Il termine, non va dimenticato, deriva da “popular art” e, per quante variazioni abbia subito nei significati e nel tempo, a quella popolarità diffusa e fortemente sociale si riferisce. La formazione dell’artista parte dalla Scuola del Fumetto e Illustrazione di Milano e arriva a collaborazioni con grandi aziende e nel cuore del design, senza lasciare al passo le più importanti gallerie d’arte italiane ed estere che richiedono continuamente il suo lavoro allegro, riconoscibile e vincente.
Willow esprime con una disinvoltura fantasiosa ed armonica quelle capacità di artista che ha nella costruzione e nella sapienza da illustratore le note migliori. Utilizza gli schemi del fumetto ad impatto immediato e gioca spregiudicatamente accorto coi colori, coinvolge ed attrae. Una conquista graduale e omnicomprensiva, perché, a ragionarci, non ci sono limiti alla applicazione della sua operazione artistica. Potrebbe dipingere ovunque e portare il suo codice di espressioni in qualunque spazio, su qualunque oggetto di uso comune o hors d’usage dandogli una caratteristica che riconduce alle sue esperienze pregresse ed alla curiosità che lo ha spinto e sostenuto in ogni passaggio della sua ormai consolidata affermazione.Se la sua Milano gli ha tributato il gran successo della mostra organizzata da Arte Investimenti alla Fabbrica del Vapore, non sono minori i successi riscossi all’estero né la crescita esponenziale del suo pubblico, che individua in Willow un narratore del tempo che viviamo. Non un cronista dell’essenziale, ma un illustratore alla miglior vecchia maniera, di quelli che sono cresciuti all’ombra del Duomo e riempivano le pagine dei settimanali e dei quotidiani nazionali all’inizio del secolo ventesimo. Achille Beltrame o Walter Molino, per dirne solo due, hanno reso a chiunque l’idea dell’articolo scritto e hanno vissuto, come altri, italiani e bravissimi, una fortuna fondamentale: quella della riconoscibilità assoluta del loro lavoro. Nello stesso modo Willow ha oggi un linguaggio noto e confortante. Perché a guardare le sue composizioni vivaci e le nuvolette riempite con una o due lettere e un deciso punto esclamativo, sai che lì c’è Willow, con la sua Pop art, che più che Neopop è Total-Pop. Proprio in conseguenza della diffusione senza limiti di spazio, oggetti o tele. Queste ultime sembrano limitare le sue ampie capacità di racconto, ma il bello e l’imprevedibile arriva sempre alla prossima tela, come in un racconto a fumetti. Tutti a bordo, dunque, a Genova il 22 marzo: il Total-Pop Willow ha altri colori da raccontarci.