Art&Vip (intervista doppia)

Andrea Catrignano l'interior designer più seguito del momento e l’art advisor Serena Cassissa, binomio perfetto.
"Metà della qualità della nostra vita dipende dal ben abitare” sostiene Andrea Castrignano, che è riuscito a portare l'interior design dentro al contenitore più popolare di tutti, quello del reality show. Anzi, del docu-reality “Cambio casa, cambio vita!” in onda su La5 dal 2011, con cui Andrea Castrignano trasforma abitazioni mal arredate, o quantomeno anonime, in spazi curati e contemporanei. Lo abbiamo incontrato durante design week di Milano, in un evento da lui realizzato con grande stile ed eleganza che da sempre contraddistingue Castrignano. Insieme a lui tanti dei suoi collaboratori più stretti, fra loro Serena Cassissa un’art advisor a tuttotondo che integra l’arte contemporanea nella progettazione degli spazi. Da qui parte una divertente intervista doppia per questo speciale numero di Art&trA di Maggio, per scoprire curiosità e nuovi stili dal guru dell’interior design e dalla sua consulente d’arte.
AndreaCastrignano2015 22 of 246 1Come nasce la tua passione per il mondo dell’arte e del design?
A: Sono sempre stato attratto dalla moda, dall’arte e dal design e in generale dal “bello”. L’esperienza negli Stati Uniti ha focalizzato queste mie passioni nel mondo dell’Interior Design e mi ha dato la spinta per farne la mia professione.
Realizzare degli spazi belli e accoglienti è per me fonte di grande soddisfazione perché penso che il vivere bene inizi dalla qualità dell’abitare la nostra casa e mi piace l’idea di trasformare in positivo la vita delle persone.
S: Sono appassionata d’arte fin da bambina. Ho sempre saputo che avrei trovato il mio posto nel mondo dell’arte e la mia famiglia mi ha sempre sostenuta. Poi molti anni di studio e l’incontro con una donna speciale, Piera Gaudenzi, che mi ha insegnato l’amore per il lavoro di galleria e il collezionismo… Ed è esplosa la passione per questo mestiere!
Arte e design viaggiano spesso su binari vicini, con molti elementi di connessione: quali sono gli elementi fondamentali di questi due ambiti di espressione della creatività e in che modo riesci a dare buoni consigli?
A: Per realizzare un buon progetto occorre interpretare al meglio la personalità e le abitudini dei committenti per individuare soluzioni funzionali ed esteticamente piacevoli. Spesso mi piace provocare i miei clienti e spingerli un po’ oltre la loro visione proponendo prodotti originali, tecnologia e qualche materiale inusuale. Gli ingredienti principali con i quali lavoro sono senz’altro il colore, la customizzazione degli arredi, la ricerca in ambito tessile e tutto ciò che crea un’atmosfera piacevole pensando che entrare in una casa deve essere una sollecitazione per tutti i sensi e dare emozione. Ecco perché ho incluso tra le mie collaborazioni quella con Serena pensando che una casa non è completa senza l’inserimento di opere d’arte.
S: Ci si può avvicinare all’arte in più modi, trovando il proprio livello di relazione. Chi lo fa per investimento, chi per approfondimento culturale, chi per desiderio di godere di opere di qualità nella propria casa ed è proprio così che dieci anni fa ho conosciuto Andrea.
3 1Quali sono le tendenze nel campo dell’arte e dell’interior design in questo momento storico?
A: La contaminazione, gli spazi polifunzionali e l’attenzione all’ambiente e al riciclo dei materiali, ecco le tendenze del design. Non vi è più la netta separazione concettuale tra gli stili o la destinazione d’uso degli spazi. L’attenzione all’ambiente è emersa chiaramente nell’installazione realizzata per il Fuorisalone alla Statale: una scritta HELP gigante realizzata con milioni di tappi di plastica, un grido di allarme dalla Terra inquinata e sempre più aziende sviluppano concept pensando a materiali ecocompatibili.
S: Mi occupo di arte contemporanea perché mi piace il confronto con gli artisti che interpretano il mio tempo e la società in cui vivo e oggi la tecnologia e i nuovi media forniscono possibilità quasi infinite agli artisti.
Il colore è un elemento fondamentale. Come cambia la scelta da luoghi ampi a camere piccole? Ci sono dei trucchi per rendere tutto più ampio qualora ci fossero pochi spazi?
A: La prima domanda che faccio ai committenti è “E tu di che colore sei?” questo mi consente di entrare subito nella psicologia del cliente. Utilizzo spesso basi neutre e il colore preferito diventa il “colore accessorio” che declino sui complementi, su alcune finiture e sui tessili con sfumature diverse. Per questo ho appena lanciato la mia seconda cartella colori che si chiama Shades nata dalla mia abitudine di modulare i colori per un effetto di degradé. Così si può scegliere il proprio colore preferito e averlo in gradazione su pareti diverse o per realizzare disegni geometrici. È diventato famoso il mio “effetto scatola” ovvero il dipingere dello stesso colore non solo le pareti ma anche il soffitto di un ingresso, di un disimpegno o di un corridoio… Una soluzione che sorprende sempre e valorizza molto l’architettura.
S: Per quanto riguarda il rapporto dell’opera d’arte con i colori del progetto non sempre le mie proposte vanno in nuance: mi piace quando l’opera sorprende e cattura l’attenzione, diventa una valorizzazione reciproca tra l’opera e lo spazio. Senza dimenticare il tema della luce che, come dice Andrea, è un elemento fondamentale da tener presente, cambiando durante il giorno e le stagioni fa vivere le opere in modo diverso. Ne sono un esempio le sculture e la proiezione delle loro ombre.
Questa è una rivista di arte, c’è un artista che nella tua vita ti ha particolarmente ispirato nel tuo percorso?
A: L’ultima divertente ispirazione l’ho ricevuta dall’artista cinese Liu Bolin, ho disegnato per il mio progetto Fuorisalone, dal titolo ACollection, un tessuto in velluto jacard con il quale ho rivestito il divano della lounge dello spazio e ho fatto realizzare per gioco una giacca per me. Seduto sul divano mi mimetizzavo perfettamente! Tornando serio spesso l’arte mi ha ispirato, per uso dei colori, per studio delle geometrie e per intuizioni creative e poi alla Biennale di Venezia incontrai Federico diciotto anni fa, galeotta fu l’arte…
S: Ogni giorno sono ispirata da un’artista diverso, soprattutto dalle donne: vorrei avere anche solo vagamente il coraggio di Regina José Galindo, la forza di Joana Vasconcelos, la sensibilità di Mona Hatoum, l’ironia di Giosetta Fioroni… Le opere mi regalano sempre grandi insegnamenti.