Canaletto a Palazzo Braschi a Roma

…la bellezza del “ricongiungimento”!


di Marina NovelliCAnaletto Novelli

Uno degli aspetti di maggiore interesse e suggestione di questa spettacolare mostra del Canaletto che ha avuto luogo nelle sale di Palazzo Braschi, a Roma, è stato il “ricongiungimento artistico”, senza precedenti, della meravigliosa opera che fu tagliata (come sembra!) dal Canaletto stesso e di cui è stata custodita una parte in Inghilterra ed un’altra nell’Avana. Un “riavvicinamento” delle sue due parti, che originariamente erano una sola grande opera e di dimensioni non indifferenti e forse è questo il motivo per cui il Canaletto non riusciva, secondo alcune voci, a vendere, e che dopo circa 250 anni si sono ritrovate l’una accanto all’altra, sotto gli occhi dei numerosi visitatori che hanno potuto ammirarle. L’opera che porta il titolo di “Chelsea da Battersea Reach”, appartiene al periodo londinese del pittore, cioè intorno al 1751. La parte sinistra, di provenienza anglosassone, appartiene al Blickling Hall, National Trust del Regno Unito; mentre la Canaletto 1 2CAnaletto 1 3parte destra proviene dal Museo Nacional De Belles Artes dell’Avana e di Cuba. Nell’ opera sono raffigurati dei barcaroli e ben riconoscibile, dall’altra sponda del fiume, la Greenhouse dei Physic Garden nonché il Royal Hospital di Chelsea. Ma cerchiamo di ricostruire le ragioni che forse indussero il nostro artista a tagliare una opera così importante e descrittiva; sembra infatti che il 30 luglio 1751, ingannato da alcune maldicenze che mettevano in dubbio l’autenticità della sua opera, egli, previo annuncio sul giornale, invitò tutti nel suo studio, affermando con determinazione che “ho appena dipinto questa veduta del Tamigi da Chelsea”. Inspiegabilmente dell’opera però non si seppe poi più nulla. Nel 1802, la parte destra del dipinto (cm.95x127,5), ovvero quella che oggi proviene da Cuba, andò in asta da Christie’s. L’opera venne poi attestata a Londra nel 1921 sebbene non se ne siano mai conosciuti i proprietari, ma solo nel 1951 venne acquistata da un ricco cubano, proprietario di ferrovie e commercio di zucchero, dal nome Cintas Rodriguez e che morendo nel 1957 lasciò la sua collezione al Museo Nazionale di Cuba da cui l’opera è stata prestata per la prima volta in assoluto per questa importante esposizione romana. Un diverso destino ha avuto invece la parte sinistra (cm.85x105,5) che nel 1931 risultò in Scozia, proprietà di Philip Henry Kerr - XI marchese di Lothian - che successivamente acquistò Blickling Hall sul Norfolk, dove attualmente il dipinto si trova ancora, custodito dal National Trust. C’è da considerare inoltre che questa opera venne restaurata nel 2006 ed è il motivo per cui i colori ci appaiono di gran lunga più vividi rispetto all’altra. La mostra del Canaletto, inaugurata l’11 aprile e che si è protratta fino al 23 settembre 2018, rappresenta un evento straordinario per Roma dato che non si Canaletto1presentava una mostra di tale rilevanza e bellezza da più di dieci anni… mostra in cui sono stati esposti dipinti, incisioni e disegni del più famoso dei vedutisti settecenteschi oltre che esportatore del mito di Venezia in tutta Europa… ed è impressionante notare quanto Roma fu visceralmente importante per il Canaletto che seppe, nei suoi soggiorni romani, coniugare non solo il grande mondo classico ma anche il grande mondo rinascimentale, diventando esploratore della realtà quo- tidiana, nonché degli effetti atmosferici e della luce nelle sue variazioni. La suggestiva opera che ritrae il Campidoglio a quei tempi, risale al periodo degli inizi della sua carriera e pieni di suggestione narrativa sono infatti i panni stesi che vediamo asciugarsi al sole! Palazzo Braschi da due anni ha aperto le porte a grandi mostre, possiamo infatti annoverare quella di Artemisia Gentileschi, di Piranesi, oltre ai Grandi Artisti del Teatro dell’Opera ed ora…Palazzo Braschi è riuscito ad incantare tutti con questa splendida celebrazione del 250° anniversario della morte del grande pittore veneziano, presentando il più grande nucleo di opere di sua mano, mai esposte in Italia: 42 dipinti, inclusi celebri capolavori, 9 disegni e 16 libri e documenti d’archivio. “Un progetto questo” - ci ha illustrato Pietro Folena in fase di conferenza stampa - “nato più di due anni or sono… due anni di intenso lavoro! È stato un percorso molto complesso, ma che abbiamo voluto tenacemente si espletasse in questo luogo, in quanto questo palazzo, questo spazio espositivo, parla proprio di questa epoca…il ‘700! Solo qualche mese fa era stata dedicata una mostra a Piranesi… quindi un discorso continuo su questo periodo così importante, su questo secolo, che è stato il secolo dei lumi, ma anche il secolo del teatro dei lumi, il secolo della musica, il secolo dell’avvio delle grandi rivoluzioni industriali, il secolo dell’affermazione delle borghesie e… dedicare una mostra a Canaletto vuol dire semplicemente esporre le opere conosciute o celebrate... o celebrate ma con l’ausilio di un grande e scrupoloso discorso scientifico che è stato quello della curatrice Bożena Anna Kowalczyk. Nella mostra, suddivisa in ben 9 sezioni, è stato Canaletto Sgarbicontrassegnato un percorso cronologico che ci ha guidati alla scoperta di come questo straordinario artista, cominciando dall’arte e dall’arte artigiana del teatro e degli scenari teatrali appreso dal padre ed approdato poi a Roma… se ne sia innamorato! Ma sempre dipendente però da Venezia… e per approdare poi successivamente, a Londra… dando così inizio alla passione inglese ed europea, ma le “tendenze” italiane furono sempre di vitale importanza per lui, sebbene stesse facendo un percorso in una direzione europea, e diventando così, fino in fondo, un artista europeo internazionale. Ed è davvero singolare che proprio in questa cornice e con questi presupposti sia avvenuto il “ricongiungimento”… ricongiugimento artistico, senza precedenti come quello della descrittiva opera che fu separata, illustrata dalla curatrice Bożena Anna Kowalczyk, che con il suo linguaggio semplice ma forbito e circostanziato, ha descritto di come il Canaletto, come quasi tutti i geni, morì povero, lasciando un misero inventario dei suoi beni in cui si legge che lasciava “due stramazzi, pagliazzo, tavole e cavalletti d’albeo, due coperte, una imbottita, altra filada, tutto vecchio”.
Struggente, aggiungiamo noi ripetendo che come molti geni morì in assoluta povertà… assoluta miseria! “Disegnando le immagini davanti ai suoi occhi con l’ausilio della camera ottica che sapeva usare molto bene e correggere i difetti, o schizzando a mano libera in un taccuino - affermava la curatrice Bożena - Canaletto si è dimostrato un artista moderno, uomo del- l’illuminismo, dotato di una creatività spontanea, naturale e poetica, ma basata su un lavoro costante e meticoloso”. È stata questa mostra una operazione estremamente complessa, da- to che le opere di Canaletto sono sparse in tutto il mondo, e purtroppo, pochissime in Italia… i Canaletto più belli e più convincenti sono infatti nei musei più lontani o disparati del mondo. Sono state messe insieme opere provenienti dagli Stati Uniti, dall’Avana, da Cuba, dall’Inghilterra, dalla Russia… dal suo capolavoro di grandezza del Puskin, quindi sono state esposte opere che raccontano il suo successo internazionale… e globale, ma che evidentemente, hanno richiesto un lavoro organizzativo di dimensioni enormi. Solo di trasporti - ha puntualizzato Pietro Folena - la voce dei trasporti, solo dei trasporti, incide del 55/70%... è stata una grande CAnaletto Curatriceimpresa!” È stato ottenuto inoltre un grande risultato da parte del pubblico, un vero successo… una vera sfida alla sorte!!! C’è una considerazione a cui, io che scrivo non voglio né posso rinunciare in conclusione e mi riallaccerò pertanto ad una frase di Pietro Folena… “e non ultimo questa straordinaria vista che abbiamo!” Una facciata di Palazzo Braschi aggetta infatti su una ineguagliabile prospettiva di Piazza Navona e, se i numerosi gruppi di visitatori, turisti, studiosi ed estimatori erano intenti ad osservare le sue opere straordinariamente prospettiche, la descrizione pittorica dei personaggi intenti nel loro fare quotidiano, immortalati nelle loro movenze dinamiche, pose e gesti ricche di storia… stupore che per molti di noi è stata una “profonda commozione”, ma…mi domando, cosa guardavano i quadri? Sì, le opere esposte del Canaletto, intendo, se non la spettacolare e suggestiva prospettiva di Piazza Navona che si domina da alcune delle finestre di Palazzo Braschi?Canaletto Museo di Roma FOTO 1 Mimmo Frassineti